Cagliari attualmente improponibile o Napoli ritrovato? Alla Sardegna Arena non c’è stata storia, sin dal primo minuto gli uomini di Gattuso hanno dettato legge cingendo d’assedio la porta di Cragno. Particolarmente ispirato Zielinski, che ha sbloccato il risultato con uno dei colpi del suo repertorio, poi tantissime occasioni non capitalizzate e partita ancora aperta all’intervallo nonostante un predominio netto di marca partenopea. Quando non si mettono in ghiaccio partite dominate, succede che basti una distrazione per essere puniti. Così è successo anche a Cagliari con Joao Pedro, che quest’anno si sta consacrando, bravo a sfruttare una indecisione di Maksimovic firmando il gol del momentaneo pari. Neanche il tempo di rimettere la palla al centro, che ancora Zielinski ha riportato il Napoli avanti, se non fosse successo, come giustamente ha sottolineato Gattuso, si correva il serio rischio di non vincere. Se una squadra considerata tra le big non riesce a vincere partite dominate, significa che le manca maturità e mentalità, c’è da poco da perdersi in analisi o sofismi.
A Cagliari, è stato fondamentale ritrovare subito il vantaggio dopo il pari, a Bologna – altra gara dominata – è servito un grande Ospina che ha salvato il risultato nel finale in una partita a senso unico per 80’. È sempre un rischio tenere il risultato in bilico, a maggior ragione quando la produzione offensiva è copiosa. Quella in terra sarda, si è trasformata in una gara fotocopia di quella di Crotone, allorché gli avversari degli azzurri sono rimasti in inferiorità numerica potevano già scorrere i titoli di coda sulla partita. Non è stata una partita perfetta quella del Napoli, non sono mancati gli errori elementari per non dire incomprensibili, come il retropassaggio di Fabian Ruiz che ha regalato un calcio d’angolo ai padroni di casa, il disimpegno di Manolas che ha innescato Simeone e per poco non è stato pagato a prezzo carissimo. Nonostante gli errori di superficialità, il divario tra le due squadre è stato netto e imbarazzante, gli azzurri si devono interrogare sul gol subito che ha annullato il vantaggio maturato in una prima frazione giocata ad una sola porta.
Quando non si chiudono le partite pur sciorinando una superiorità schiacciante, allora può capitare che, al primo affondo avversario, si subisca gol e non è detto che si riesca a reagire subito, specialmente contro squadre che si arroccano. A Cagliari, ha brillato la stella di Zielinski, doppietta per l’ispiratissimo polacco che, se si convince di avere la stoffa per diventare un top player, allora può rivelarsi un valore aggiunto per il Napoli. Finora il suo difetto è stata la discontinuità con la conseguenza che si è visto solo a sprazzi l’immenso talento che alberga nei suoi piedi. Mettiamo caso che esploda anche Osimhen, che Mertens mantenga i suoi standard di rendimento, avere poi sulle fasce dei top player come Insigne e Lozano, una risorsa di lusso come Politano, cosa chiedere di più? Una squadra con questi valori, pur avendo qualcosa in meno rispetto a Juve e Inter, dovrebbe almeno rientrare tra le prime quattro, a condizione che non giochi come nella gara pre-natalizia contro il Torino.
Era una questione di condizione fisica? C’era la necessità di tirare il fiato? È bastato un po’ di riposo per rivedere la versione migliore del Napoli? Saranno le prossime partite a dirlo, anche perché si ritorna subito in campo, con gli azzurri che mercoledì ospiteranno lo Spezia, una partita che sulla carta non dovrebbe avere storia, ma è troppo recente la partita contro il Torino per recitare già il de profundis della compagine aquilotta. La nota positiva della gara di Cagliari è il fatto che il Napoli sia andato in gol quattro volte nonostante le assenze di Mertens e Osimhen, va apprezzata la generosità di Petagna ma la sensazione è che non possa reggere l’attacco di una squadra in lotta per un posto in Champions. In attesa che il nigeriano si negativizzi dopo la positività al covid (una leggerezza partecipare ad una festa contravvenendo a tutte le regole anti-covid), è troppo importante recuperare almeno Mertens. Sarà un gennaio di fuoco, si giocherà ogni tre giorni anche in assenze di impegni europei, l’unico modo per evitare cali è avere tutti a disposizione.
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