C'è un'immagine che più di tutte funge da rappresentazione plastica del riscatto della Turris, che sabato scorso ha messo sotto la Casertana nel derby dopo averlo già fatto al Pinto quattro mesi fa. Siamo quasi ai titoli di coda e Filippo Lorenzini stramazza a terra tramortito dai crampi. Quasi l'effigie di una battaglia dove il risultato va al di là di un semplice - per quanto fondamentale - benefit per la classifica. Era stato lui - il migliore tra i corallini insieme a Giannone - a inaugurare la riscossa dopo il vantaggio casertano firmato da Pacilli. Ironia del destino ha voluto che proprio il difensore-marmo di Carrara segnasse contro la sua ex squadra dopo due anni di digiuno. Era il settembre del 2018 quando la sua inzuccata regalava il momentaneo pari ai falchi contro la Cavese prima del sorpasso definitivo culminato in un tranquillo 3-1 già ad inizio ripresa.Tutto come sabato scorso, insomma. Sul campo, la Turris ha lasciato anima e corpo, dando fondo a ogni risorsa atletica e psicologica possibile. E si sono intravisti anche dei primi concetti di gioco piacevoli, che andranno limati e perfezionati. Era questo che ci si attendeva dal nuovo corso Caneo. Una squadra che intanto rompesse il ricatto di un'apnea mentale che l'aveva resa brutta, piatta, prevedibile e senza grinta. E che poi iniziasse a sperimentare un modo diverso di stare in campo rispetto all'era Fabiano. La strada è lunga, ma i primi spiragli di un cambio di marcia si vedono. E pensare che questa partita Caneo l'ha affrontata con sei under nella formazione titolare di cui due terzini piazzati come centrali difensivi nel 3-4-2-1. Quando poi si ha un Giannone ispirato e immarcabile, niente può essere precluso. Ora col recupero di elementi infortunati o squalificati, si può davvero svoltare. A cominciare da Potenza: i leoni rampanti ci arrivano con 10 giorni di riposo e qualche meccanismo oliato in più. Sarà un test di notevole affidabilità.   

Poi c'è l'altro lato della medaglia, che è quello di una Casertana che evidentemente non ha ben compreso la delicatezza di questo derby e le ambizioni di riscatto dei corallini. E l'impressione tastata sul campo di un atteggiamento tenero è stata corroborata dalle riflessioni sempre molto profonde di mister Guidi, che anche stavolta non le ha mandate a dire. Nel mirino soprattutto qualcuno gettato nella mischia al Liguori ma con poche apparizioni pregresse. Il pensiero può andare effettivamente a Varesanovic, immobile sullo stacco di Lorenzini in occasione del pari corallino (con concorso di colpa insieme ad Hadžiosmanović). Magari un riferimento neanche tanto velato c'è nei confronti di Francesco Rillo, a cui il tecnico aveva già concesso una vetrina importante nel derby con l'Avellino. E se con la sua performance Lorenzini si è guadagnato i galloni di top player di giornata tra le campane, sull'altro lato del fiume resta al palo il giovane terzino beneventano, autore del fallo da rigore che ha determinato lo stop dei rossoblù. Un errore evitabile, di pura inesperienza. Che Giannone possa scapparti via ci sta, placcarlo già diversi metri fuori area senza avere la lucidità di mollarlo al momento opportuno, un po' meno. Ma si cresce anche da questi episodi.  

Lorenzini sale sul podio ma la palma di gol più bello va certamente a Gennaro Borrelli, al terzo centro in nove match con la maglia della Juve Stabia. Una perla che non ha nulla da invidiare a invenzioni anche abbastanza recenti come quelle di Maniero con l'Avellino o Cesaretti con la Paganese prima del congedo dal club azzurrostellato. L'enfant prodige di Campobasso sta dimostrando di non aver patito psicologicamente l'improvviso declassamento di categoria. Sono l'entusiasmo e la spensieratezza che ci vogliono in un ragazzo così giovane che ambisce a tornare a certi livelli. Il fatto che il Cosenza non avesse creduto in lui non era un buon motivo per rilassarsi se non addirittura deporre le armi. Borrelli ha potenzialmente tutte le doti per diventare un attaccante da grandi palcoscenici: fisicità, velocità di esecuzione, sfrontatezza e convinzione nel cercare la soluzione balistica. I suoi gol e il suo contributo tecnico alla fase offensiva delle vespe raccontano questo. 

Proprio Juve Stabia ed Avellino se le vedranno domani in contemporanea con due avversari fastidiosi, parecchio scomodi da affrontare in questo momento. Il Bari visto nel derby col Foggia sembra aver ritrovato carattere e nuove motivazioni, mentre al Catanzaro non poteva capitare di meglio che essere la prima squadra a mortificare la capolista Ternana per rigenerarsi. Sono quei risultati che possono alzare da soli le difese immunitarie di un gruppo e abbattere le fatiche di tante partite così ravvicinate. 

Un compito a cui è chiamata anche la Paganese dopo lo stop di Teramo. Di Napoli non cerca alibi e preferisce non addebitare questo passo falso a una rincorsa talmente poderosa da aver stremato anche fisicamente il gruppo. Non lo dice ma, siamo certi, lo pensa. A maggior ragione dopo l'ultimo caso di positività al Covid-19 registrato questa mattina nel gruppo squadra. Un brutto intoppo in vista del match delicato di domani con la Viterbese. Ma che sia un campionato ormai legato a troppi fattori imprevedibili, lo abbiamo già detto. La Cavese ne sa qualcosa. E va da sè che fortuna, nervi saldi e abilità gestionali vadano a braccetto in un'annata così anomala.  

Sezione: Editoriale / Data: Mar 02 marzo 2021 alle 15:00
Autore: Stefano Sica
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