Dopo aver visto la partita tra Sorrento e Portici, la domanda sorge spontanea: ma come era possibile che la squadra costiera fosse capolista? Quella scesa in campo ieri è stata a dir poco imbarazzante, senza identità e senza gioco, il Portici ha stradominato meritando la vittoria. 0-3 per gli uomini di Panico, presentatisi in via Califano sulle ali dell’entusiasmo e con l’autostima alta dopo il 6-1 rifilato al Nardò. Il Sorrento, invece, era in flessione da un po’, reduce da un immeritatissimo pari sul campo del Cerignola, ci si aspettava una prestazione diversa dopo quattro partite senza vittorie. Già era evidente qualche preoccupazione vedendo le ultime gare del Sorrento, per non parlare di molte vittorie arrivate solo grazie alle giocate dei singoli, forse pian piano la compagine rossonera sta scendendo verso posizioni di classifica ad essa più consone. Questa squadra non meriterebbe neanche i play off, non per una sconfitta, che ci può stare, è perché quando non si correggono i difetti nel tempo dovuto poi questi sono i risultati. 

Non ci si può autocompiacere per una classifica bugiarda, chi si loda s’imbroda, poi il tempo presenta il giusto conto e non ci si può sorprendere se risulta salatissimo. La pesante sconfitta casalinga contro il Portici ridimensiona il Sorrento, che farebbe bene a ritornare con i piedi per terra per evitare altre magre figure, il dato positivo è che ieri mancava il pubblico, avrebbe assistito ad uno spettacolo indecoroso offerto da una squadra indicata con troppa superficialità tra le pretendenti al salto di categoria. Onore al Portici che ha interpretato benissimo la partita giocandosela a viso aperto nonostante defezioni importanti, si pensi a Donnarumma e Maione, due pilastri di una squadra che non si snatura anche quando è chiamata a rinunciare a pedine importanti. Questo per dire che, con un minimo di onestà intellettuale, il Sorrento non dovrebbe proprio appellarsi alle assenze di Cacace e Mezavilla per giustificare una prestazione inguardabile. Come non ci si può appellare agli episodi dopo uno 0-3 incassato contro una avversaria in lotta per la salvezza, sarebbe assurdo sostenere che le cose sarebbero potute cambiare se Cassata avesse siglato il rigore con il Portici avanti di due gol e con più di 25’ da giocare. 

Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, gli alibi appartengono a coloro che hanno una mentalità da perdenti. Quando una squadra deve far fronte a delle assenze, coloro che vengono impiegati hanno il compito di farsi trovare pronti, non come ha fatto Russo che, con un disimpegno scellerato quanto incomprensibile che avrebbe mandato su tutte le furie qualsiasi istruttore di scuola calcio, ha letteralmente regalato la punizione da cui è nato il primo capolavoro di Nappo. Il capitano dei vesuviani è stato travolto dai compagni di squadra sebbene li avesse invitati alla moderazione, come a dire “non abbiamo fatto ancora niente”. C’è mancato poco che Russo non combinasse la stessa e identica frittata prima dell’intervallo, poi ad inizio ripresa un’altra gemma di Nappo su punizione ha mandato in visibilio la panchina ospite. Se qualche mecenate si fosse trovato a passare per via Califano e avesse commissionato al numero 4 la ristrutturazione di una sala, sarebbero venuti fuori affreschi degni della Cappella Sistina. 

La reazione del Sorrento è stata arruffona e pasticciata, Cassata si era guadagnato un rigore del quale si era incaricato della battuta facendosi ipnotizzare dall’ottimo Schaeper. Quell’episodio ha spento tutte le residue velleità degli uomini di Fusco, giustiziati anche da un altro bellissimo gol, stavolta di Esposito, a certificare una superiorità netta a dispetto della classifica. Si sapeva che prima o poi il Sorrento avrebbe pagato dazio con un gioco mai stato convincente, il primato ha finito con l’imborghesire la squadra ed è bastato un Portici organizzato e affamato per far cadere un castello di carta. La squadra di Panico è destinata a risalire la china, senza fare troppi proclami, si può almeno dire che all’ombra del Vesuvio ci si può divertire. Che il Sorrento, dal canto suo, non sottovaluti quest’ennesimo campanello d’allarme, dopo la prestazione di ieri a preoccupare non deve essere neanche il risultato, l’impellenza è trovare un gioco o almeno una sua parvenza.

FOTO: Ph Carmine Galano

Sezione: Editoriale / Data: Lun 11 gennaio 2021 alle 16:17
Autore: Maurizio Longhi
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