Dopo tempo immemore (addirittura sei mesi) l'Avellino torna alla vittoria, grazie ad un gol di capitan Tito al 48'. I Lupi erano chiamati a vincere sul neutro di Potenza, al cospetto di un piccolo Sorrento, che aveva tutti i "requisiti" per essere definita "vittima sacrificale". Ma se il risultato finale corrisponde esattamente a quanto era auspicabile,  la cronaca del match, tuttavia ha restituito non solo luci per i ragazzi di Pazienza. E sì, perchè l'Avellino ha trascorso l'intero primo tempo con il suo undici arroccato dietro la linea della palla, cercando di ripartire in contropiede. E, ad onor del vero, in un paio di occasioni, sia con Patierno che con Gori, ottimamente imbeccati con lanci lunghi e precisi da Palmiero, i Lupi avrebbero potuto anche sbloccare la gara. Ma ciò non toglie che la partita, nella prima frazione di gioco, l'abbia condotta il piccolo Sorrento, anche perchè i Biancoverdi non riuscivano a spezzare il fraseggio avversario e sembravano troppo titubanti nelle uscite e nelle ripartenze. Per fortuna dell'Avellino di fronte c'era una squadra con grossi limiti nella finalizzazione della manovra, e così l'esperta retroguardia irpina è riuscita a cavarsela.
Tutt'altro atteggiamento da parte dei Lupi nella ripresa, perchè le ripartenze di Palmiero e compagni sono state più incisive, anche grazie al gol realizzato dopo appena tre minuti dall'avvio della seconda parte di gara. 
Il Sorrento, dal canto suo, nel disperato tentativo di pervenire al pareggio, lasciava ampie praterie per le scorribande degli Avellinesi, che avrebbero potuto portare a casa un bottino decisamente più pingue, se Patierno, prima, non si fosse divorato un gol facile facile a tu per tu con l'ex Marcone; e se, successivmente, ancora più clamorosamente, Palmiero, tutto solo davanti al pipelet sorrentino, non avesse avuto la malsana idea di passare la palla a Marconi, che era davanti a lui, e quindi in evidente fuorigioco.
Insomma, una vittoria per l'Avellino sostanzialmente legittimata in una ripresa dove i Lupi hanno agevolmente controllato le velleità del modesto avversario. Ma, tuttavia, non sono mancate le ombre in casa biancoverde, con alcuni singoli,vedi Armellino, Gori e lo stesso Patierno, ancora non all'altezza della loro fama. 

Certamente, per Pazienza, arrivato al capezzale dell'ammalato Avellino soltanto pochi giorni orsono, cè tantissimo da lavorare e, soprattutto, da capire e da decifrare, per cercare di rimuovere alcune palesi criticità, e per riuscire a cucire addosso ai Lupi l'abito tattico migliore.
 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 settembre 2023 alle 21:37
Autore: Rino Scioscia
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