Pian pianino, quando ormai non manca molto all'inizio della stagione ufficiale 2020-21, il mosaico Avellino si sta delineando, anzi, alla sua definitiva composizione (al netto della prescritta rosa di 22 elementi), potrebbero mancare solo altre quattro tessere: una in difesa, due a centrocampo ed un'altra in attacco.

A proposito del fronte offensivo dei Lupi, dando per asssodato che, su indicazione di mister Braglia, l'esterno offensivo Heitem Kerbache, (mancino classe 2000) sarà contrattualizzato, e ritenendo ancora assai probabile che alla fine Gigi Castaldo farà ritorno in biancoverde, analizziamo le caratteristiche dell'attuale coppia di punte (Bernardotto-Maniero) ufficialmente in forza all'Avellino.

Sia l'ex Lanusei e Vibonese, sia l'esperto napoletano (centravanti di lungo corso in Cadetteria) sono due autentici panzer, segno evidente che a mister Braglia non dispiacciono affatto attaccanti dal fisico possente. Ad un'occhiata sommaria, specie da parte di chi è abituato a vedere il calcio affidandosi a schemi precostituiti, Bernardotto e Maniero dovrebbero essere alternativi fra loro.

Ma se è vero, come è vero, che stiamo parlando di due elementi che, per struttura fisica ed attitudini tecniche, sono da considerare due prime punte, non ci appare tatticamente improduttivo un loro utilizzo simultaneo. Certo, non siamo al cospetto di una coppia del tipo Castaldo-Galabinov (che nel campionato di serie B 2013-14 fece le fortune dei Lupi). Ma, a ben guardare, Bernardotto ha un modo di agire sul fronte offensivo avversario che risulta sostanzialmente diverso rispetto a quanto è abituato a fare Maniero.

Il possente attaccante romano, a dispetto del fisico, è agile ed abile palla al piede, ed ama molto svariare al di fuori dell'area di rigore avversaria, ritrovandosi spesso a fungere addirittura da assist-man per gli inserimenti in avanti dei suoi compagni. Maniero, viceversa, è il classico ariete da area di rigore: dotato di enorme personalità, smaliziato e mestierante, ma anche in possesso del dovuto bagaglio tecnico, come recita la sua carriera, fatta di oltre un decennio vissuto in serie B.

Parliamo, dunque, di due attaccanti che difficilmente arriverebbero a "pestarsi i piedi". Ma. al contrario, potrebbe esprimere tutta la loro potenziale complementarietà tecnico-tattica, proprio come si richiede a due punte chiamate a finalizzare la manovra offensiva della propria squadra. Ovviamente, riuscendo ad agire efficacemente in qualsiasi sistema di gioco che preveda due attaccanti.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 14 settembre 2020 alle 11:52
Autore: Rino Scioscia
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