Esordio amaro per l'Avellino all'Adriatico di Pescara. I padroni di casa hanno avuto la meglio sui Lupi, grazie ad un gol di Lescano al 18' della ripresa. Diciamo che sostanzialmente la sconfitta degli uomini di Taurino non è immeritata, perchè i loro avversari si sono dimostrati superiori ed hanno indubbiamente creato molto di più rispetto ai Lupi, apparsi timorosi e senza idee.

Il trainer dell'Avellino ha confermato il suo assetto tattico imperniato sul 3-4-3, che è apparso sin dalle prime battute di gioco, del tutto inadeguato a reggere il passo di un arrembante Pescara, che ha preso a stazionare sulla trequarti biancoverde sin da subito, anche grazie ad un asfissiante pressing sui portatori di palla avellinesi.

La squadra di Taurino ha palesato evidenti limiti strutturali, specie nella zona nevralgica del campo, dove la coppia Franco-Casarini è andata in affanno. Diciamo anche che ha sorpreso non poco la scelta del tecnico salentino di tenere inizialmente fuori dalla contesa Dall'Oglio, il centrocampista tecnicamente e soprattutto tatticamente più completo in dotazione all'Avellino. Gli esterni, specie Ricciardi hanno mostrato limiti evidenti. In avanti, Kanoute e Guadagni quasi non pervenuti, e Murano tutto solo là davanti, in attesa di rifornimenti che non arrivavano mai. Risultato della produzione offensiva dei Lupi nel primo tempo? Zero tiri in porta.

Scampato il pericolo di prendere gol nella prima frazione di gioco (anche perchè lo stesso Pescara, pur mettendoci grinta e volontà, non è riuscito a creare tantissimo sotto la porta biancoverde), nel secondo tempo la musica è cambiata, con i padroni di casa molto più decisi a far propria l'intera posta in palio. Al 18' della ripresa è arrivato il gol che ha dato i tre punti agli Adriatici, grazie ad un gol di testa di Lescano, con Aya e lo stesso portiere Marcone apparsi alquanto indecisi nella circostanza.

Subito il gol, l'Avellino ha provato a reagire, ma Taurino non ha saputo leggere la situazione tattica, operando cambi scolastici ed inefficaci, ruolo per ruolo, senza spostare di una virgola l'andamento e l'inerzia della gara, con il Pescara che ha più volte cercato e sfiorato il gol della sicurezza.

Solo nei concitati minuti finali, praticamente fuori tempo massimo (dopo che Kanoute si era procurato, con un'azione solitaria, una grande occasione da gol, sventata da una grande parata di Plizzari) a Taurino è venuta l'idea di dare maggiore sostanza all'attacco biancoverde, ma, sorprendentemente, invece di mettere dentro l'unica prima punta a disposizione, vale a dire Gambale, ha optato per il piccolo Russo.

In definitiva, non una prova positiva per i Lupi, e soprattutto per il loro tecnico, che con il suo operato ha paradossalmente messo ancor più a nudo i limiti strutturali della rosa dell'Avellino.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 05 settembre 2022 alle 10:30
Autore: Rino Scioscia
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