Altro inutile pareggio dei Lupi formato trasferta. C'era una volta un Avellino corsaro. Ma ormai da quattro partite esterne la squadra di Pazienza ha perso anche la puntuale abitudine al blitz lontano dal Partenio-Lombardi. E' il segno ormai evidente e scontato che la compagine biancoverde si è praticamente appiattita, ed è arrivata ad assimilare la debolezza caratteriale del suo allenatore. E sì, perchè Pazienza, oltre ad essere tecnico dalle poche idee e per giunta confuse, ha anche mostrato in maniera palmare di non possedere coraggio.
Da almeno un paio di mesi in discussione, con la spada di damocle sulla testa di un probabile licenziamento, il trainer foggiano sta evidentemente pensando più ad accumulare punti che tengano lontano l'ipotesi di un suo esonero, che non a cercare in tutti i modi la vittoria per dare all'Avellino la possibilità di rimanere agganciati al treno delle migliori. Solo così possono essere spiegati tutti questi pareggi esterni che fanno vivacchiare i Lupi lontano dalla vetta. Ospiti di Potenza, Monterosi, Cerignola e V.Francavilla (nessuna delle quattro in grado oggettivamente di poter competere ad armi pari con l'Avellino), i ragazzi di Pazienza non sono stati in grado di mettere sul campo la propria netta ed indiscutibile superiorità tecnica. E questo semplicemente perchè il tecnico dei Lupi non ha saputo inculcare nei suoi calciatori la mentalità vincente. Fuor di metafora, Pazienza sta palesando preoccupanti limiti di personalità, che ne mettono fortemente in discussione anche eventuali virtù tecniche. La mancanza di coraggio, che anche questa sera in terra pugliese si è estrinsecata in un atteggiamento rinunciatario dei ragazzi in maglia verde, è stato il vero freno a mano dell'Avellino, che, invece, avrebbe dovuto gettare il cuore oltre l'ostacolo e tentare in ogni modo di portare a casa i tre punti.
Pazienza si è intestardito a giocare con una sola punta e con un centrocampo composto più da mediani che da mezze ali, riservando maggiore attenzione più alla fase di non possesso che a quella della proposizione, anche quando, e capita molto spesso in un girone tecnicamente scarso, le avversarie avevano un bagaglio tecnico complessivo di modesto rilievo. Inoltre, le partite, soprattutto fuori casa, durano un tempo solo, e non tanto per carenze fisico-atletiche dei biancoverdi, ma per una sorta di "braccino corto" che attanaglia psicologicamente la truppa di Pazienza.
Anche questa sera, nell'angusto rettangolo di gioco della Virtus Francavilla, l'Avellino ha rinunciato ad osare, non è riuscito a giocarsi fino in fondo le proprie chance di vittoria, finendo, more solito, con l'accontentarsi del pareggio, giusto come sta facendo il suo pavido e confuso trainer.
C'era una volta un Avellino corsaro, fiero e coraggioso.....

Sezione: Editoriale / Data: Lun 11 marzo 2024 alle 02:14
Autore: Rino Scioscia
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