Dallo scorso 29 agosto Renato Cioffi è tornato in pista dopo aver operato la risoluzione del contratto con l'Afragolese una settimana prima dell'inizio del campionato. Scelta che gli ha consentito di poter valutare eventuali proposte provenienti da altri club. Un divorzio anticipato - nonostante le premesse di un matrimonio felice e determinati interventi sul mercato condivisi col club per rinforzare la rosa - che il tecnico di Cervinara spiega così in una lunga chiacchierata nella quale analizza anche questo primo scorcio di stagione disputato dalle squadre campane di serie D. "Tra me e la società c'erano idee diverse su come raggiungere l'obiettivo - esordisce - potendo disporre di una squadra forte composta da giocatori polivalenti e per la maggior parte scelti da me - naturalmente condivisi con la proprietà - compresi gli under. Cercando di sfruttare tutta la rosa e rendere ognuno protagonista, ho lavorato con lo staff su più sistemi di gioco per non restare ancorato ad uno solo. Se ci fosse un sistema vincente in assoluto, tutti lo adotterebbero. Ecco perché, per non mettere in discussione l'amicizia che mi lega a Raffaele Niutta, ho preferito farmi da parte prima dell'inizio del campionato e cimentarmi di nuovo sul mercato, aspettando possibilmente la chiamata giusta. A tal proposito vorrei sottolineare la bontà della riforma appena introdotta dalla Lega Nazionale Dilettanti che prevede la possibilità per gli allenatori esonerati di potersi accasare ad un altro club entro il 30 novembre. Una battaglia giusta, che mi ha sempre visto in prima fila in questi anni insieme ad altri colleghi. Direi che l'abbiamo vinta e non posso che esserne felice. Perciò ne approfitto per ringraziare l'AIAC e il Settore Tecnico".
Il suo ex Sorrento è in testa alla classifica del girone G di serie D. E' un raggruppamento molto equilibrato nel quale persino la Paganese denuncia qualche ritardo.
"Io direi che restano comunque in quattro a giocarsi la vittoria del girone: Casertana, a mio avviso la più forte e completa in assoluto, Arzachena, Sorrento e la stessa Paganese che ha i mezzi per risollevarsi. Non trascurerei il Nola in chiave play-off: mi sembra una squadra molto attrezzata che dirà la sua nei prossimi mesi. Lo stesso Angri saprà farsi valere perché ha una rosa di qualità ed esperienza. Mi sarei aspettato onestamente di più dai grigiorossi, magari il cambio tecnico potrà dare quella svolta tanto attesa. Infine occhio al Portici, che propone davvero un bel gioco, e alla Palmese: la vittoria di Pagani non è frutto del caso in quanto quello di Pietropinto mi pare un gruppo difficile da battere e in grado di dare fastidio a chiunque. Mi sorprendono le difficoltà della Puteolana per l'organico di cui dispone, ma sono certo che presto risalirà la classifica".
Il girone I avrà un solo padrone a suo parere?
"E' chiaro che il Catania è strafavorito per la vittoria finale. Credo che solo il Lamezia potrà tenergli testa e approfittare di qualche passo falso degli etnei, che, per la forza di un organico profondo e di categoria superiore, possono perdere da soli questo campionato. Mi si consenta di esprimere al riguardo la mia felicità per Giovanni Ferraro, che meritava una panchina prestigiosa dopo l'impresa col Giugliano. Giovanni è un ragazzo perbene, che conosco ormai da anni. E' stato un mio calciatore e si vedeva chiaramente che aveva una certa predisposizione ad allenare, tanto che fui io ad incoraggiarlo a fare questo grande passo quando ancora non aveva deciso di smettere di giocare. Fortunatamente i fatti hanno dato ragione alla mia intuizione e alla sua tenacia. Vorrei fare un plauso anche a Polisportiva Santa Maria e Real Agro Aversa, che ritengo non avranno difficoltà a portare a termine i programmi prefissati".
Anche il girone H sembra abbastanza equilibrato con due campane, Cavese ed Afragolese, pronte a recitare un ruolo da protagoniste.
"Credo che i valori di questo girone siano diversi rispetto a quelli proposti un anno fa. La scorsa stagione abbiamo assistito ad una corsa a due tra Cerignola e Bitonto prima del cedimento inaspettato dei neroverdi. Alle spalle c'era poi grande competitività in un contesto qualitativo molto elevato. Quest'anno vedo almeno 7 squadre in grado di lottare per la promozione con Afragolese, Cavese, Casarano e Brindisi in prima fascia. Anche per questo, rispetto all'ultimo campionato, mi sembra che il girone sia spezzato in due tronconi ognuno dei quali presenta un certo equilibrio al suo interno. Ci sarà da divertirsi".
Sorrento, una ferita che forse brucia ancora...
"Chiariamo: io sono sempre stato e resterò un tifoso del Sorrento per le emozioni che questa piazza mi ha regalato in carriera. Ho al mio attivo 106 panchine tutte rossonere, non roba per tutti. Questa città sarà sempre casa mia e peraltro sono molto felice per l'avvio di stagione della squadra, che mi auguro possa culminare nella vittoria del campionato nonostante la concorrenza agguerrita. Dispiace solo aver lasciato nel modo che tutti conoscono. E sono anche rammaricato per non aver potuto portare a termine un ciclo basato su una programma triennale e che si è chiuso anticipatamente per un disguido con un dirigente, malgrado io mi sia preso tutte le responsabilità per l'accaduto. Purtroppo il calcio è così ma resta il grande lavoro svolto che ha prodotto la valorizzazione di tanti under e la riconferma come secondi nella speciale classifica dei Giovani di Valore. Era una missione societaria che ritengo di aver rispettato pienamente. Io stesso, con la collaborazione di tutto lo staff, ho partecipato alla costruzione in estate della formazione Juniores, che successivamente ha svolto un campionato prestigioso e ha fatto emergere tanti profili interessanti. Anche i risultati maturati sul campo parlano chiaro: ci siamo salvati con dieci giornate di anticipo rimanendo quasi sempre a ridosso della zona play-off. Lo abbiamo fatto tenendo costantemente presente quale fosse l'obiettivo di partenza, ovvero una salvezza tranquilla, e con un budget limitato che mi risulta sia stato sensibilmente aumentato quest'anno. A Sorrento e al Sorrento ho dato tutto me stesso perché per me è sempre stata una questione di cuore".
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