Si è chiusa la scorsa primavera, dopo 18 mesi, l'avventura di Marco Miserini come Responsabile Tecnico della Scuola Calcio Boys Melito. Un'esperienza che lo ha visto occuparsi, per quanto riguarda il settore agonistico, delle formazioni dall'U17 all'U14. Ora, per il 50enne tecnico napoletano è tempo di guardare avanti, con un accordo ormai in dirittura d'arrivo. La stretta di mano è imminente e si tratterà di una nuova frontiera in grado di stimolarlo e di consentirgli di mettere a disposizione tutte le sue conoscenze acquisite in ambito giovanile. Miserini, allenatore di base Uefa B con un passato in vivai importanti come quelli di Pianura, Arci Scampia, Posilipo Calcio, Monteruscello Calcio, Arzanese e Puteolana, ha guidato anche qualche prima squadra come il Savoia in Eccellenza, ma nel suo curriculum resta immortale soprattutto la vittoria della Coppa Campania regionale con la Pasquale Foggia. Insomma, un profilo ormai tra i più illustri nel mondo delle scuole calcio e dei settori giovanili all'interno dei quali è diventato un autentico punto di riferimento per tanti addetti ai lavori. "Ho avuto contatti con altre scuole calcio e con un paio di società di D che volevano affidarmi il loro vivaio, sempre per rivestire l'incarico di Responsabile Tecnico, e non nascondo che era cresciuta anche la voglia di tornare in panchina - confessa -. Avrei pure accettato un doppio incarico se ce ne fosse stata la possibilità. Solo su tre principi non ho mai avuto intenzione di derogare: progettualità, tempo e pazienza. Senza di questi, non si va da nessuna parte. E il club che sto per sposare mi permette di impostare il mio lavoro su questi punti cardine".

Che bilancio fai della tua parentesi a Melito?

"Sicuramente positivo. E poi abbiamo potuto lavorare su una struttura, che è il Comunale di Melito, molto bella e all'avanguardia. Questo è importante per portare avanti un certo tipo di discorso". 

Saresti tornato ad allenare una prima squadra se te lo avessero chiesto?

"Anche qui qualche sondaggio da club di Promozione è arrivato. Non nascondo che sono interessamenti che mi hanno fatto piacere, tuttavia il concetto non cambia: serve un progetto duraturo, depurato dall'ansia e la fretta di raggiungere i risultati subito e ad ogni costo. Il discorso vale per i giovani ma non vedo perché non debba valere anche per le prime squadre. Infatti credo che anche i club di Eccellenza e Promozione possano programmare determinati obiettivi partendo innanzitutto dal proprio bacino giovanile, cosa che difficilmente fanno. Non bisogna mai arrendersi davanti ai primi intoppi, ma credere in quello che si fa pensando intanto all'importanza strategica delle strutture, che a volte non ci sono e non vengono viste come priorità. Ecco, io vorrei tempo per portare avanti un programma di questo tipo ma vedo che, frequentemente, in Campania manca questo genere di cultura".

Cosa ne pensi della riconferma dei 2003 e dei 2004 come calciatori under nei campionati regionali?

"Forse sarebbe meglio tornare all'antico e rimuovere questa obbligatorietà. Oggi capita paradossalmente che moltissimi ragazzi ancora più giovani non vengano impiegati dagli allenatori di turno, anche se sono più bravi e di talento. Magari sono tenuti ai margini e questo perché si segue alla lettera il criterio dell'età nell'impiego degli under. Tutto ciò non va bene e ha portato molti giovanissimi a stancarsi e smettere improvvisamente di giocare, in quanto non venivano presi in considerazione solo perché più piccoli. Tanto vale eliminare il tutto ed istituire degli incentivi economici come in Lega Pro. La Figc, in questo senso, deve darsi nuove regole perché i settori giovanili non devono essere più visti dai club come un costo, ma come un investimento. Devo ammettere che alcune nuove normative certamente sono incoraggianti e possono porre un freno all'eccesso di stranieri nelle Primavere, ma il cammino da fare è ancora lungo. La nostra U20 è stata un esempio virtuoso, abbiamo delle tracce su cui lavorare, perché ignorarle?".

La questione del vincolo sportivo è stata molto dibattuta in questi anni. Dopo l'ultima correzione al decreto legislativo n. 36 del 2021, le Federazioni sportive potranno prevedere un vincolo massimo di due anni per il tesseramento. Così si avrebbe anche il tempo di normare sugli eventuali premi di formazione tecnica.   

"E' chiaro che le società hanno le loro ragioni e sotto questo aspetto hanno segnato una piccola vittoria. Certi parametri a loro favore saranno discussi nei prossimi mesi ed è giusto così, ma io mi soffermerei sui troppi giovani che in questi anni sono stati penalizzati dal vincolo sportivo. Ragazzi che ad un certo punto si sono trovati davanti ad un bivio, col risultato che molti di loro hanno lasciato forzatamente questo mondo. Mentre noi avevamo questa stortura del vincolo sportivo, nel resto d'Europa non esisteva nemmeno".          

Sezione: Interviste / Data: Mer 28 giugno 2023 alle 08:00
Autore: Stefano Sica
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