Quando giocava, era conosciuto da tutti come la "Pantera". Di magie del resto ne dispensava a bizzeffe, essendo il classico attaccante da area di rigore che coniugava potenza fisica e fiuto del gol. Si scrive Mario Pagliuca e si legge Mondragone. Due cuori e un'anima sola. Perché lui, mondragonese doc, ai granata ha legato buona parte del suo percorso professionale. Ieri da giocatore e oggi da Direttore generale nel quadro di un progetto che vuol far tornare i tifosi a divertirsi. Si riparte dalla vittoria di Coppa con la Frattese e non è roba da poco. "Intanto ci tengo a ringraziare la Frattese per l'ospitalità che ci è stata riservata - rimarca ai nostri microfoni -. Sono stati disponibili in tutto e per tutto". Sui temi del match vinto con i nerostellati. "Finora sono molto contento dei ragazzi - le sue riflessioni -. Noi sappiamo di aver allestito una squadra in grado di disputare un buon campionato, poi a dicembre faremo un primo bilancio. La loro prestazione con la Frattese mi ha molto soddisfatto, in campo si sono viste determinazione e qualità. Insomma, dal punto di vista della mentalità il gruppo ha risposto bene a questo primo appuntamento ufficiale. Merito anche del mister che ha sempre puntato sulla coesione di uno spogliatoio come condizione essenziale per raggiungere i risultati. Siamo già una grande famiglia. Anche la Frattese, comunque, ha tanta qualità e potrà dire la sua in questo campionato. Noi eravamo consci delle difficoltà che presentava questa partita, eppure ne siamo usciti nel migliore dei modi". 

Si può ancora intervenire su questa rosa?

"Credo che il roster sia completo. Ci mancava solo un attaccante di categoria e lo abbiamo preso tesserando Longo. Certo, il presidente Villano è una persona molto generosa che non lesina sforzi e vuole sempre migliorarsi. Paradossalmente siamo noi che dobbiamo frenarlo e a maggior ragione adesso penso che il mercato sia chiuso. Abbiamo qualità in tutti i reparti e non ci manca poi l'aspetto principale che ogni gruppo deve avere: l'unità di intenti. Tutti potrebbero essere titolari in questa squadra, ma chi va in panchina non si lamenta ed è felice ugualmente".

Quali sono gli obiettivi stagionali?

"Diciamo che vorremmo portare il Mondragone in alto, dove merita. Negli ultimi anni si era perso un po' di entusiasmo e ricrearlo è stato il mio primo obiettivo. Confesso che ci sto lavorando tanto a livello non solo sportivo, ma anche di marketing e immagine. Mi auguro contestualmente che l'Amministrazione comunale mantenga le promesse e che il 1 ottobre comincino i lavori al "Conte. E' necessario che venga rispettata la tabella di marcia perché vagabondare troppo per i campi della regione potrebbe a lungo andare penalizzarci. Siamo una società importante e Mondragone ha un nome da difendere. Sono comunque fiducioso e, in base alle carte che abbiamo visionato, dovremmo tornare a casa nel gennaio del 2022. Un mese in più o in meno cambia poco, l'importante è che tutto si concretizzi. Avremo a disposizione un campo in erba sintetica, con quattro torri faro e un campetto di allenamento attiguo, sempre in manto sintetico".

Come mai si è interrotto prematuramente il progetto Venafro?

"Col presidente Patriciello avevamo chiuso un accordo totale. In realtà è stata la difficoltà iniziale nel rilevare il Mondragone da Fabio Del Prete che ci aveva indotti in un primo momento a puntare su un altro progetto sportivo. Alla fine siamo riusciti a trovare l'intesa definitiva ed è stato automatico per me e Villano scegliere di fare calcio a casa nostra. E direi che il presidente è al momento la persona più adatta per rendere questo Mondragone davvero competitivo".  

Sezione: Interviste / Data: Lun 06 settembre 2021 alle 17:15
Autore: Stefano Sica
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