Quel gol al Sant'Antonio Abate è stato un po' come una prima volta per lui. Il 17 febbraio l'ultima apparizione col Real Agro Aversa nella sconfitta interna col Bitonto (due settimane dopo la doppietta che aveva regalato ai granata il blitz di Cerignola), quindi a distanza di sette mesi e mezzo l'esordio con la Frattese, il club che più di tutti ha voluto credere nel suo percorso riabilitativo malgrado un periodo di inattività lungo e snervante causato dall'operazione al tendine d'Achille. Un battesimo come lo aveva sognato, da piccolo eroe. Perché il suo guizzo quasi sul gong ha regalato ai nerostellati tre punti preziosi, a preludio di un cammino finora molto positivo, al netto di qualche vicissitudine societaria e dell'improvviso cambio tecnico. Per Giancarlo Improta è questa la forza della vita: la voglia di restare attaccati ad una passione e di continuare a sfidare se stesso, anche a 34 anni. "Io mi trovo benissimo qui e non avrei potuto compiere scelta migliore in estate - esordisce -. Si è detto tanto negli ultimi giorni su presunte inadempienze della società. Posso smentire totalmente queste voci: il club è in piena regola col pagamento degli emolumenti e non c'è alcun motivo per essere scontenti. Anzi, il gruppo è interamente proteso al raggiungimento dell'obiettivo primario, che è quello del ritorno in serie D. Nel primo posto ci crederemo fino alla fine. Può esserci stato qualche piccolo intoppo organizzativo in alcuni momenti, ma si tratta di sfumature anche molto frequenti nel calcio di oggi. Posso garantire che la società è molto seria e sempre vicina ai calciatori".

Tuttavia alla ripresa si andrà a Pozzuoli: sarà gara da dentro o fuori?

"Sei punti di distacco da loro renderanno questa partita fondamentale per il nostro destino. Però sarà una sfida aperta e bella da giocare. Si affrontano due grandi squadre e tutto potrà accadere". 

Un occhio alla vetta e un altro anche a chi preme alle spalle visto il valore di alcune dirette concorrenti.

"Io vedo nel Napoli United un bel gruppo: giocano bene e sono forti fisicamente. A Fratta lo abbiamo toccato con mano. Devo dire che mi hanno entusiasmato. Poi ci sono chiaramente valori e blasone del Savoia".  

Cosa ti senti di dire a Floro Flores dopo il suo addio?

"Conoscevo il mister perché aveva giocato con mio fratello Riccardo a Bari. Mi ha dato una grossa mano a riprendermi dopo il brutto infortunio che avevo avuto. In questi mesi ho lavorato con un allenatore che ha mentalità propositiva e idee moderne. A lui piace giocare sempre la palla e sono sicuro che avrà le sue chance perché ha una carriera davanti. Ha tutte le capacità per fare bene".  

Tre fratelli uniti da un unico destino, eppure con percorsi per ora diversi tra loro. 

"Riccardo merita la serie A in virtù di quello che ha fatto l'anno scorso. Ha vissuto l'emozione di fare il capitano e per noi in famiglia vederlo così felice ci ha commossi. Ha anche rinnovato col Benevento, per cui non potrebbe essere più contento di come lo è ora. Nella promozione ci credono ed è giusto così perché, malgrado la concorrenza sia agguerrita, questa squadra ha tutte le carte in regola per provarci fino alla fine. Umberto vorrebbe finalmente fare la sua prima esperienza da allenatore dopo la parentesi da vice di Cavallaro a Nocera. Ci tiene tantissimo ad intraprendere questa strada e, vedendo la passione che ci mette, scommetterei ad occhi chiusi su di lui. Mio fratello è un ragazzo intelligente, che studia tantissimo e che ha alle spalle una lunga carriera da calciatore che gli ha portato in dote conoscenze, esperienze e anche l'attitudine a saper parlare al gruppo". 

E tu che progetti hai per il futuro?

"Intanto ho aperto una scuola calcio a Mugnano e sono molto concentrato su questo progetto. Poi vedremo il da farsi: ho tante idee e visioni più ampie, per cui rifletterò meglio su cosa fare da "grande". Io comunque mi sento un calciatore a tutti gli effetti e per ora penso solo al campo. Anzi, mi auguro adesso di trovare più spazio di quanto non me ne abbia avuto prima per via del fatto che stessi recuperando da un infortunio importante. Ma sono certo di poter dare ancora tanto. Quando sai che devi recuperare, sei mentalmente preso da questo percorso. Ma quando inizi a stare finalmente bene, non vedi l'ora di dare il tuo contributo e di dimostrare a te stesso di essere tornato quello di prima".  

E' bello che uno dei tuoi migliori amici nello spogliatoio sia anche colui che un po' ti ha chiuso in attacco...

"Infatti. E' come se ognuno vivesse per il gol dell'altro. Abbiamo giocato alla Neapolis insieme in serie D: io feci 22 gol, lui 14. C'è un grande rapporto tra di noi. Adesso potremmo anche giocare insieme, perché no? Poi deciderà il mister...".  

Sezione: Interviste / Data: Mer 29 dicembre 2021 alle 15:00
Autore: Stefano Sica
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