Debutta questo pomeriggio la Frattese che, nel nuovo stadio Comunale S. Maria delle Grazie di Marigliano, sosterrà un test congiunto con la Mariglianese di Luigi Sanchez. Calcio di inizio alle 18. Nel frattempo, il club nerostellato - come anticipato dal nostro portale - ha perfezionato i tesseramenti del centrale difensivo Salvatore Astarita e del centrocampista Luca Cigliano. Con loro approdano alla corte di Antonio Floro Flores l'esterno offensivo Francesco Pio Orlando, classe 2001 che lo scorso anno si è diviso tra Lavello e Marina di Ragusa, e il centrocampista argentino Esteban Alfieri, classe '97 ex Ragusa e Siracusa. Con Orlando, annunciato soltanto ieri, l'accordo era stato raggiunto già da diversi giorni. Conferma ufficiale per Emanuele Cavaliere, che potrà rappresentare l'alternativa naturale a Catinali oltre ad essere in grado di garantire impieghi diversi in mediana. E' durata solo una stagione la separazione tra Alessandro Ferro e la Frattese, del cui progetto di rinascita fu tra gli artefici nel 2018 insieme a Rocco D'Errico. Tornato nelle vesti di Team Manager, ma con un compito di collaboratore tecnico del Ds Francesco Mennitto, il dirigente frattese sbarca da fresco vincitore del campionato di Eccellenza col suo ex San Giorgio. E i motivi di questo ritrovato connubio hanno un'origine specifica. "Sono tornato a Fratta per una questione d'amore: la Frattese è la mia seconda pelle, è una delle mie ragioni di vita - esordisce ai nostri microfoni -. Avevo un conto in sospeso e ora spero di raggiungere quel traguardo che due anni fa sfumò a Castellammare".

Chi ti ha rivoluto in società?

"Il patron Guarino e Lello Ruggiero. Mi hanno convinto facendomi capire che avrei potuto fornire un grande apporto affiancando il Ds Mennitto. Avendo vinto a San Giorgio, la mia esperienza poteva essere utile ai fini del raggiungimento dell'obiettivo a cui aspiriamo, che è quello di vincere il campionato".

Perché è maturata questa separazione dal San Giorgio?

"Premessa: ci siamo lasciati in ottimi rapporti. Ho ritenuto io opportuno non proseguire in quanto stavano cambiando tante cose in seno al club. E' chiaro che, quando si ipotizza l'avvicendamento di alcune figure chiave in società, non si avverte più quella fiducia nei propri confronti necessaria per continuare. E così col presidente Mango abbiamo ritenuto opportuno separarci. Adesso auguro al nuovo Dg le migliori fortune affinché, insieme ai dirigenti appena arrivati, possa fare bene e portare il nome del San Giorgio in alto".

Cosa ti resta di questa esperienza?

"Tantissimo. Io il progetto Mango l'ho sposato con lo Sporting Barra, prima che il campionato di fermasse per il Covid. A marzo abbiamo deciso di abbracciare la scommessa San Giorgio. Una sfida difficile perché, quando siamo arrivati, non c'era nulla, neanche i palloni. Abbiamo fatto un lavoro immane, di ricostruzione totale. Poi abbiamo dovuto rifare la squadra partendo logicamente in ritardo, quando già le altre si erano completate".

Come mai il cambiamento tecnico repentino con l'esonero di Carotenuto?

"Ci siamo resi conto che era necessaria un'altra figura per agguantare l'obiettivo che ci eravamo prefissati. Ho consigliato io Pasquale Borrelli e alla fine si è rivelata un'ottima scelta perché la sua esperienza ci ha condotti alla vittoria finale. Col suo avvento, la squadra ha cambiato passo fino ad arrivare ad esprimersi con carattere e personalità nelle due sfide decisive disputate, peraltro, con temperature vicine ai 40 gradi. Molti giocatori ora si sono accasati in club determinati a vincere il campionato, strappando anche ottimi contratti. Non è un caso, ma il frutto delle nostre scelte e del lavoro del mister. E noi abbiamo scelto prima gli uomini e poi i calciatori per questo progetto. Ancora oggi voglio ringraziarli per quello che ci hanno dato. Questa vittoria ha avuto anche un po' il sapore del riscatto per me e Roberto Guadagnuolo: in tanti non ci reputavano all'altezza della situazione. Di "botte" psicologiche ne abbiamo prese, ma abbiamo risposto col lavoro e i risultati. Il tempo è stato galantuomo e oggi posso dire di essere onorato di aver fatto la storia di un club approdato per la prima volta in serie D in 95 anni di storia. Anche altri avevano provato a vincere ma non ci erano riusciti: lo abbiamo fatto noi in tre mesi. Di questo sono fiero".

Torniamo alla Frattese: c'è una questione "Ianniello" assai bruciante. 

"Giusto che ne parli il presidente Guarino, come del resto ha già fatto. Società e amministrazione ne stanno parlando e sono fiducioso del fatto che, prima o poi, tutto si sistemerà. Voglio vedere questa diatriba solo come un incidente di percorso".  

Un bilancio della prima settimana di ritiro?

"Il mister sta lavorando alla grande, anche perché ha portato un certo tipo di professionalità nell'organizzazione del gruppo. Questo si vede anche dalle piccole cose e direi che è il lascito di una esperienza maturata ad alti livelli. Anche la struttura che ci ospita è all'avanguardia, non ci manca nulla e si può lavorare in tranquillità. Le premesse sono buone. Io, per quanto mi riguarda, darò il massimo per questa maglia, che rappresenta la mia città e il mio amore di sempre".   

Sezione: Interviste / Data: Gio 12 agosto 2021 alle 09:00
Autore: Stefano Sica
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