"Stare all'Equipe Campania è sempre un piacere, è la terza volta che svolgo il ritiro precampionato qui. Perché un conto è allenarsi da solo, un altro è farlo con uno staff e con dei compagni con i quali condividere un percorso, magari giocando partite che ti consentono di metterti alla prova e di iniziare a carburare". Reduce da un'annata alla Casertana, Gabriele Carannante è uno dei svincolati di lusso aggregati al gruppo che lavora al "Vallefuoco" di Mugnano agli ordini del Responsabile tecnico Guglielmo Tudisco, protagonista peraltro di una prestazione molto positiva nel secondo frammento dell'allenamento congiunto disputato giovedì scorso col Picerno. Ma ora per il centrocampista napoletano classe '99, che anni fa era riuscito a sedurre anche il Parma grazie alle sue qualità, è tempo di guardare avanti e di mettersi alle spalle una stagione in cui per varie vicissitudini non è riuscito ad esprimere appieno il proprio potenziale. "A Caserta ormai la mia esperienza si è chiusa - chiarisce ai nostri microfoni -. Il Direttore Degli Esposti mi stima e conosce le mie caratteristiche dai tempi di Cerignola, ma mi ha fatto presente che per scelta societaria non sarei potuto rimanere. Ne ho preso atto anche se mi è dispiaciuto: la scorsa estate mi era arrivata la proposta della Gelbison, ma davanti a quella di un club storico come la Casertana, che rappresenta una piazza importante, non avevo esitato un attimo ad accettare". 

Che anno è stato in rossoblù?

"Particolare. Con mister Maiuri giocavo di più, poi con l'arrivo di Feola il mio spazio si è ridotto per via del cambio del modulo, adattato al 4-2-3-1. Potevo andare via a dicembre anche perché le richieste non mancavano, ma la società decise di trattenermi".

Che bilancio fai della stagione rossoblù?

"Si sarebbe potuto fare di più, anche perché avevamo iniziato molto bene. Ci ha penalizzati la carenza di difensori centrali e di qualche under che potesse completare la batteria. Molti elementi si sono dovuti adattare. E' un po' quello che è accaduto alla Turris: con Fabiano giocavo molto, con Caneo no. E anche lì la mia avventura si è esaurita prima di quanto immaginassi. Ma pochi sanno che con mister Fabiano ci siamo trovati a dover gestire tante emergenze per via delle continue assenze. Questi sono aspetti che pesano sul cammino di una squadra".

Come stai vivendo psicologicamente questo tuo periodo da calciatore svincolato?

"Senza alcun problema. Fisicamente sto bene perché mi sono sempre allenato e credo che a Picerno si sia visto. Certo, un anno fa ero rimasto fermo per scelta mia, dal momento che stavo aspettando che si sbloccasse qualcosa in C. Stavolta è diverso, ma sono sereno ugualmente. Come detto, lavorare all'Equipe aiuta a restare concentrati e a non farsi prendere dalle negatività. Per questo mi sento di ringraziare Antonio Trovato e tutti i suoi collaboratori. Qui poi conoscevo tanti ragazzi, a cominciare da Daniele Silvestro e Simone D'Alessandro che sono amici dai tempi dell'Albanova e coi quali ho sempre avuto un rapporto fraterno".

Sei un centrocampista poliedrico e questo è senz'altro un benefit per chi volesse puntare su di te. 

"Diciamo che ho interpretato tutti i ruoli in mediana, ma da mezz'ala mi diverto di più e riesco a sfruttare meglio le mie caratteristiche di corsa ed inserimento".            

Un sogno nel cassetto.

"Semplice: vorrei che il prossimo sia per me l'anno del riscatto. Ho dato sempre tanto nel mio percorso da calciatore, ricevendo però molto poco. Capisco che fa parte del gioco ma adesso ho tanta rabbia dentro perché so di poter dare ancora tanto".

Chi ricorda la tua stagione alla Pianese, sa anche che la C è una categoria che ti sei meritato sul campo.

"Dispiace solo per come è andata. Avevamo disputato un buonissimo campionato trovandoci improvvisamente nell'incubo di un Covid che non aveva risparmiato quasi nessuno in rosa. Stare due mesi e mezzo fermi e giocare d'un colpo i play-out, non è stato facile. Eravamo un'ottima squadra, non meritavamo quell'esito".   

Sezione: Interviste / Data: Lun 08 agosto 2022 alle 14:00
Autore: Stefano Sica
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