"Purtroppo nel calcio non tutti hanno la stessa sensibilità ma soprattutto la stessa correttezza nei confronti dei calciatori. Io ad Agropoli sarei rimasto volentieri, ma sono stato messo in condizione di andare via. E anche in maniera arrogante e sbrigativa". Inizia così il racconto di Giulio Cetrangolo, numero uno classe '97 che la scorsa estate aveva abbracciato il progetto dei Delfini dopo aver vinto il mini campionato di Eccellenza coi trentini del Levico Terme. Del resto, pur di inseguire il suo sogno, il portiere scuola Reggina non si è mai posto il dilemma di lasciare abitudini e affetti e allontanarsi anche in modo consistente dalla propria terra. Al suo attivo, non a caso, anche un'esperienza nella stagione 2017/18 col Senglea Athletic di Paolo Favaretto. Un'altra estate di duro lavoro a Mugnano con l'AIC Equipe Campania, un po' la sua seconda casa, e poi il matrimonio con l'Agropoli che, in previsione di un'annata da protagonista, lo aveva scelto proprio per i suoi recenti trascorsi vincenti. È finita in modo traumatico. "Non me lo sarei mai aspettato - esordisce l'estremo difensore napoletano -. È successo tutto all'improvviso. Sono stato impiegato poco nel corso della mia permanenza, ma non è mai stato un problema. Mi trovavo benissimo con tutti e stavo peraltro in una città meravigliosa. Ho pagato solo la mia trasparenza, la mia estrema correttezza nei rapporti". 

Spiegaci.

"Prima che si chiudesse il mercato a novembre, avevo ricevuto una proposta importante da parte di un club di Eccellenza campana. A loro avevo spiegato che stavo benissimo ad Agropoli e che non sarebbe stato giusto né etico lasciare la squadra all'improvviso. Dissi anche ai dirigenti di questa società che avrei rimandato ogni discorso a dicembre e sempre qualora l'Agropoli avesse deciso di non puntare più su di me, malgrado non avessi alcun sentore di un'ipotesi simile. Infatti, quando si è aperto il mercato invernale, mi è stata confermata la volontà di non privarsi assolutamente di me nonostante lo scarso minutaggio. Insomma, la mia posizione sembrava solida tanto che avevo detto no a Sant'Antonio Abate e Moliterno. Invece il 15 dicembre mi è stata proposta improvvisamente la decurtazione del 40% dell'ingaggio fino a fine stagione. Io sarei stato anche disposto ad andare incontro alla società, senza alcun problema. Ma ciò che mi era stato sottoposto era inaccettabile, quasi un modo per farmi andare via. E lo feci presente. È stato in quel momento che il Direttore Domingo Esposito mi ha risposto con una frase assurda e lesiva della mia dignità, che non dimenticherò mai. Allora non ho esitato un attimo a chiedere lo svincolo, che poi sarebbe arrivato dopo la metà di dicembre. Ho chiesto esclusivamente l'intera mensilità di novembre, per le due settimane di dicembre neanche ci avevo messo il pensiero. Il Direttore ha accettato facendo pure un passo indietro su ciò che mi aveva detto nell'ultimo incontro. Fatto sta che, al momento, ho ricevuto solo un quinto di quanto stabilito, sebbene mi fosse stato assicurato che avrei percepito tutto nei giorni seguenti. Una presa in giro totale. Tutti i miei solleciti sono stati respinti: ho cercato continuamente un confronto tramite chiamate e messaggi, dal club solo un silenzio tombale". 

Il rapporto con compagni e mister è stato tuttavia buono e va ribadito. 

"Assolutamente sì. Loro sono persone eccezionali e anche per questo motivo mi è dispiaciuto lasciare. Purtroppo è stato l'atteggiamento della società a costringermi a chiudere questa avventura. Alla fine, se i calciatori passano, gli uomini restano. E qualcuno ha dimostrato di non avere alcun valore umano. Questo mi ha ferito più di tutto. Nel calcio non c'è più alcuna sicurezza e si sa, ma il rispetto per gli altri non dovrebbe mai mancare". 

Il tuo futuro?

"Le richieste non mancano. Ne ho avute tante in Eccellenza, anche fuori Regione. Molti club hanno progetti importanti e devo dire che sono attestati di stima che fanno sempre piacere e mi ripagano di tutte queste amarezze. Vedremo cosa succederà".

Sezione: Interviste / Data: Dom 09 gennaio 2022 alle 09:00
Autore: Stefano Sica
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