I Lupi perdono in in casa con il Palermo e dicono praticamente addio alla promozione diretta. Troppo brutti gli uomini di Gautieri per potersi appigliare alle pesanti assenze e ad un arbitraggio davvero sfavorevole. E sì, perchè, al netto di alibi che pure risultano fattuali, l'Avellino è apparso troppo brutto e povero di idee per poter imprecare solo alla sfortuna.

Presentatosi al cospetto di un Palermo in ottima forma nell'unico schieramento tattico plausibile, considerate le tante assenze, sia in difesa che in attacco (oltre a Maniero, che è sceso in campo negli ultimi 30', mancavano Bove e Silvestri, squalificati, Ciancio e Murano colpiti dal covid, Di Gaudio e Kragl infortunati), l'Avellino sin dalle prime battute ha mostrato di soffrire oltremodo l'asfissiante pressing dei Siciliani.

La compagine ospite, ben messa in campo da Silvio Baldini, con un intelligente ed attento non possesso, ha cercato di sfruttare le debolezze organiche dei Lupi, ma anche la giornata buia degli interpreti migliori in casa irpina. Eppure, erano stati i Lupi a passare improvvisamente in vantaggio, a seguito di una delle tante iniziative "solitarie" di Kanoute (ancora una volta encomiabile per generosità ed intelligenza tecnico-tattica) che aveva consentito a Matera, dopo soli 13' minuti, di superare il pipelet palermitano con un bruciante diagonale rasoterra da destra verso sinistra.

Ma il vantaggio dei Lupi è stato troppo effimero, perchè alla prima disattenzione difensiva, susseguente ad un calcio d'angolo, al 16', il bomber Brunori ha subito pareggiato i conti, raccogliendo una palla sporca dentro l'area irpina e superando Forte con un rasoterra non irresistibile, ma efficace perchè il portiere irpino, forse coperto, si è fatto superare centralmente. Il pareggio, praticamente immediato, ha dato ulteriore linfa alla verve iniziale dei Rosanero, che hanno continuato a bloccare le fonti di gioco avellinesi, per ripartire in pericolose transizioni. La prima frazione di gioco si chiudeva sul risultato di parità, anche se i Lupi mancavano in maniera clamorosa il nuovo vantaggio per colpa di Plescia, che di testa "riusciva" a mettere oltre la traversa, da posizione favorevolissima.

La ripresa vedeva i Rosanero prendere l'iniziativa e pervenire, dopo soli quattro minuti, al clamoroso vantaggio con Valente che, a seguito di un clamoroso svarione della difesa biancoverde, venutosi a trovare tutto solo sulla linea dell'area di porta, non aveva avuto soverchie difficoltà a spedire la sfera sotto la traversa. Il ribaltamento del risultato parziale da parte degli avversari, aveva un effetto dirompente nella mente dei Lupi, che riuscivano ad imbastire manovre offensive di rilievo. A nulla serviva anche il cambio della punta centrale, tra Plescia e Maniero, perchè la mossa di Gautieri si rivelava del tutto insufficiente, anche in considerazione del fatto, che, dovendo recuperare lo svantaggio, sarebbe stato più efficace togliere un centrocampista, o magari l'inconcludente Micovschi, per fare posto all'ingresso dell'ariete napoletano.

Sette minuti dopo l'inutile cambio di centravanti, a Gautieri veniva a mancare anche la spinta sull'out mancino di Tito, che, già ammonito, si faceva ingenuamente espellere dall'arbitro per proteste. Così, in svantaggio di un gol ed in inferiorità numerica, l'inerzia del match andava a finire sui piedi e nella mente dei Palermitani, che non avevano difficoltà a condurre in porto un'importante vittoria.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 13 marzo 2022 alle 19:36
Autore: Rino Scioscia
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