L'Avellino ha perso a Crotone in maniera anche più netta di quanto non dica il risultato finale. Ciò non tanto per una marcata superiorità dei Calabresi, ma soprattutto per l'arrendevolezza dei Lupi, l'inconsistenza e la loro innocuità al cospetto di un'avversario attento e cinico, ma comunque non trascendentale.

Sin dalle prime battute di gioco si è avuta netta la sensazione che i Lupi si fossero presentati allo Scida con l'atteggiamento della vittima sacrificale. La compagine di Taurino ha cercato di fare un attento non possesso, senza mai avere la forza e le idee per proporre qualcosa di positivo ed intraprendente in fase di possesso. Insomma ci è sembrato palese un approccio mentale alla gara non consono ad una squadra che volesse battagliare.

E dire che il Crotone, pure imbottito di calciatori di rilievo tecnico superiore alla media, non ha mostrato sul campo le notevoli potenzialità, perchè si è limitato a gestire il possesso in tranquillità, spingendo quando c'era da spingere e rifiatando quando c'era da rifiatare. Un match, quello condotto dai Rossoblu, in totale scioltezza e grande autostima.

Il canovaccio tecnico-tattico del match è stato evidente dall'inizio alla fine: una squadra, quella di casa, a comandare il gioco e ad imporre il ritmo, un'altra, quella ospite, quasi rassegnata e sottomessa al "giogo" dei più forti avversari. E' stato davvero triste per i tifosi biancoverdi vedere la propria squadra giocare senza cattiveria e mordente. Basti pensare che, passati in svantaggio alla mezzora ad opera di Chiricò (che ha ribadito in rete dopo che Marcone gli aveva respinto il calcio di rigore), i Lupi non hanno mai saputo accennare ad una reazione degna di nota, dando addirittura la sensazione di badare più a non scoprirsi per non subire il raddoppio. Che comunque è arrivato sul finire del match ad opera di Petriccione.

Nel secondo tempo, pur con qualche cambio (al solito tardivo!), i ragazzi di Taurino non hanno modificato in maniera degna di nota il proprio atteggiamento remissivo, tanto che il portiere calabrese non ha dovuto compiere nessuna parata importante.

Ancora una volta, non si è vista la mano del tecnico Taurino, che, al di là dell'assetto tattico, non ha saputo dare ai suoi la spinta psicologica giusta. Ma il dato che si conferma in maniera incontrovertibile è la carenza strutturale dell'undici biancoverde, sia nel pacchetto difensivo, sia sul fronte offensivo, dove i vari Trotta, Russo e Micovschi non sono per niente pervenuti.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 08 ottobre 2022 alle 20:40
Autore: Rino Scioscia
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