Il derby tra Lupi e Vespe si è chiuso senza nè vinti e nè vincitori. Un pareggio ad occhiali che non si sa fino a che punto accontenti entrambe le contendenti. Di certo non l'Avellino, compagine più accreditata rispetto alla Juve Stabia. E sì, perchè le attese erano tutte per i Lupi, che venivano da due vittorie esterne e promettevano di conquistare la terza.

Ma il campo, che è sempre giudice supremo ed insindacabile, ha decretato diversamente. Forse, sostanzialmente, possiamo dire che i meriti della Juve Stabia hanno avuto la meglio sui demeriti dei biancoverdi. Nel senso che, se per gli Stabiesi il pari è sacrosanto e meritato, per gli Irpini il nulla di fatto è sicuramente sinonimo di prova insoddisfacente, di prestazione all'insegna dell' "Avrei voluto, ma non ho potuto".

Sull'assetto tattico proposto da mister Braglia nulla da dire: il suo Avellino si è presentato al calcio d'inizio sostanzialmente come era sceso in campo al Barbera di Palermo. Il problema è che di fronte i Lupi hanno trovato non la compassata ed innocua compagine siciliana, ma un manipolo di ragazzi in maglia gialla, diretti e ben messi in campo da Padalino, che hanno surclassato sul piano del dinamismo e della velocità i biancoverdi.

La gara si è dimostrata complicata per l'Avellino sin dalle prime battute di gioco, perchè si vedeva lontano un miglio che la Juve Stabia aveva una marcia in più, con tanti uomini a centrocampo, assai agili e battaglieri, che arrivavano per primi anche sulle seconde palle, e ribaltavano il gioco in un baleno, prendendosi la fase attiva e ripartendo in grande velocità. Grande merito degli ospiti è stato l'aver cercato sempre la manovra in velocità, con tante verticalizzazioni che erano il chiaro segnale della loro ferma volontà di portare a casa i tre punti in palio.

L'Avellino, dal canto suo, dopo i primi minuti di sbandamento, nei quali il portiere biancoverde Forte è stato provvidenziale in un paio di interventi che hanno scongiurato il vantaggio degli ospiti, ha cercato di far valere il maggior tasso tecnico complessivo, ma la sua manovra ha trovato pochi sbocchi, vuoi per la notevole densità degli Stabiesi in mezzo al campo, vuoi perchè De Francesco non ha saputo prendere per mano la squadra, mal supportato, tra l'altro, da Aloi e D'Angelo apparsi anch'essi a corto di idee.

Il primo tempo di questo derby ha restituito fasi di spettacolari ribaltamenti di fronte, con l'Avellino che ha risposto ai tentativi degli stabiesi, arrivando a procurarsi almeno tre limpide opportunità per passare in vantaggio, con Maniero, Fella (che ha colpito la traversa) ed ancora Maniero, che allo spirare della prima frazione di gioco dal limite dell'area, tutto solo, ha calciato a lato, sprecando davvero una ghiotta occasione.

Nel secondo tempo, Braglia, pur non modificando assetto, ha proposto alcuni cambi che non si sono rivelati efficaci. Anzi, se andiamo a vedere i quattro sostituti non si sono dimostrati all'altezza dei compagni sostituiti. L'Avellino si è fatto imbrigliare ancor di più dagli ospiti, tanto che in tutto l'arco della seconda frazione non è riuscito a creare alcun pericolo alla porta difesa dallo stabiese Tomei.

Alla fine il pareggio, senza subire reti, risulta un punto guadagnato per i Lupi, perchè muove la loro classifica, in una serata in cui la presunta superiorità tecnica nei confronti dell'avversario di turno non è stata confermata dal campo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 20 ottobre 2020 alle 00:22
Autore: Rino Scioscia
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