Una partita di contenimento da parte del Sorrento, il Taranto ha tenuto in mano il pallino del gioco sin dalle battute iniziali ma i costieri sono stati corsari allo “Iacovone”. Nessuno lo avrebbe mai pensato al termine dell’intervallo con gli ionici che dettavano legge, anche se Scarano non era stato chiamato agli straordinari a parte su un tiro a botta sicura di Stracqualursi. Il Sorrento non si era quasi mai affacciato dalle parti di Sposito, come se avesse deciso di inaridire gli avversari più che insidiarli. Un atteggiamento all’apparenza più remissivo che prudente, ma il calcio all’italiana storicamente ha un altissimo livello d’efficacia. Le vere emozioni sono arrivate nella ripresa e chi merita un voto altissimo in pagella è un giocatore che non ha timbrato il cartellino ma che ha svariato su tutto il fronte offensivo con un incredibile tasso di imprevedibilità. Il riferimento è a Evan Cunzi, è stato lui a procurarsi la punizione sulla quale è nato il vantaggio di Cacace, un difensore che conferma di avere il vizietto del gol, i tifosi sorrentini lo sanno bene e si tengono stretti il corazziere della retroguardia. Ed è stato sempre l’ex Latina ad imbeccare Liccardi per il secondo gol, un capolavoro da spellarsi le mani. 

L’inopinato vantaggio rossonero aveva gelato lo stadio pugliese, ma i padroni di casa si sono subito riversati in avanti trovando immediatamente il gol del pari con Matute. Nella fattispecie, un po’ pasticciona la difesa che non ha liberato l’area permettendo al colored avversario di trovare il pari. A quel punto, si pensava che gli ionici, sfruttando anche l’inerzia a loro favore, avrebbero messo a ferro e fuoco la porta di Scarano, invece il Sorrento faceva una buona densità nella propria metà campo per poi trovare l’asso sull’asse (sia consentito il gioco di parole) Cunzi-Liccardi. Il Toro era entrato da poco sul rettangolo di gioco, Cunzi l’aveva adocchiato facendo partire un perfetto cambio di gioco dalla destra, Liccardi si è ritrovato un po’ defilato ma, con un desto al fulmicotone, l’ha messa sotto l’incrocio. Una prodezza sbalorditiva, da cineteca, da applausi, come se mister Fusco, prima di fargli prendere parte alla gara, gli avesse detto: “Entra e produci una magia”. Compito eseguito alla grande, e che magia! Solo se si è dotati di grande talento si può disegnare una parabola così perfetta da pietrificare un portiere, impotente su una traiettoria tracciata con il contagiri, destinata ad insaccarsi dove un essere umano non potrà mai arrivare. 

Quel nuovo vantaggio ha conferito fiducia ai rossoneri che, al di là del possesso palla e di una serie di calci d’angolo, non hanno concesso tantissimo ai tarantini, nei quali sono subentrati anche frenesia e nervosismo. Il Sorrento ha saputo soffrire fiutando il blitz, quella dello “Iacovone” si potrebbe definire la vittoria del cinismo, invece è quella del cuore. La squadra ha mostrato abnegazione e compattezza portando a casa una vittoria importantissima, non tanto per la classifica perché siamo pur sempre alla quarta giornata, bensì per temprare il carattere e crescere in consapevolezza. È vero che guardare la classifica lascia il tempo che trova, ma vedere il Sorrento in vetta, a dieci punti insieme al Casarano, ricorda tanto quei tempi d’oro che si spera di rinverdire. Anche se a Tarano non ha brillato sotto il profilo del gioco, questa squadra ha dimostrato di essere sorniona e letale. Per esserlo bisogna che ci sia la volontà da parte di tutti di lottare per un obiettivo e di giocatori capaci di estrarre da un momento all’altro il colpo vincente. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 ottobre 2020 alle 14:48
Autore: Maurizio Longhi
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