E dopo 14 risultati utili consecutivi, in Sicilia si è materializzata la sconfitta dei Lupi. Al Massimino di Catania è andata in scena una brutta prestazione per i ragazzi di Braglia, che non sono mai riusciti a portare gli episodi dalla loro parte.

Certo, la cronaca dice che il Catania ha avuto la fortuna di sbloccare il match dopo soli due minuti, su un calcio di punizione dai 22 metri, la cui traiettoria è stata cambiata da una deviazione fortuita di un difensore biancoverde che ha consentito alla sfera di scavalcare Forte e di finire in rete. Ma l'Avellino sceso in campo nell'insolito anticipo della mezzora dopo mezzogiorno si è dimostrato lontano parente di quella compagine che appena quattro giorni orsono aveva superato nettamente il Potenza.

L'handicap in avvio di gara, ha sicuramente condizionato sul piano mentale gli uomini in maglia biancoverde, ma l'Avellino ha arrancato soverchiamente nella zona centrale del campo, senza mai dare l'impressione di essere in possesso della giusta reattività, facendosi precedere spesso sulle seconde palle da un centrocampo etneo esperto, più folto e probabilmente più motivato.

Nella squadra del neo tecnico Baldini la parte del leone l'ha fatta Russotto, che, chissà perchè, quando gioca contro i Lupi si veste sempre da calciatore di categoria superiore. L'ex Cavese, infatti, dopo il gol fortunoso su punizione ha timbrato anche il secondo sigillo etneo, poco dopo la mezzora, al termine di un'ottima transizione, chiusa con un mortifero rasoterra dal centro dell'area, dopo un intelligente dai e vai con Piccolo, altro elemento esperto, che ha disturbato non poco sulla destra un Tito, apparso sotto tono.

I Lupi, quasi tramortiti dal doppio svantaggio, hanno accennato a reagire negli ultimi minuti del primo tempo. Ma ci è voluta una sciocchezza su un disimpegno difensivo di Maldonado del Catania per rimetterli in gioco, proprio allo spirare della prima frazione di gara: Santaniello, tutto solo davanti al portiere Martinez, viene atterrato e l'arbitro non ha difficoltà a concedere il penalty all'Avellino. Impeccabile la trasformazione di D'Angelo, che consente ai suoi di andare all'intervallo sotto di un solo gol.

La ripresa ha visto subito i Lupi tentare di portare insidie alla porta etnea. La vivacità del neo entrato Rizzo, in luogo di uno spento Adamo, sulla destra, ha consentito a i Lupi una maggiore e più costante spinta. Ma lo spirito dell'intera squadra biancoverde è sembrato decisamente migliore. Il Catania ha preso a rintanarsi con più frequenza nella propria trequarti, anche perchè l'Avellino mostrava decisamente una marcia in più.

Dalla destra del fronte d'attacco avellinese sono arrivati i pericoli maggiori per gli Etnei che sono stati graziati per due volte dalla non felice posizione di Santaniello, che in entrambe le occasioni, sempre su spinta dell'intraprendente Rizzo, è stato pescato in fuorigioco, vanificando prima un gol realizzato, e successivamente, su pressione del 21enne esterno palermitano, una clamorosa occasione da gol.

L'Avellino ha continuato a spingere generosamente, ma si è anche esposto ai contropiede del Catania. E così in pieno recupero è arrivato anche il terzo gol degli Etnei, grazie ad un'ingenuità di Luigi Silvestri, che, persa palla a due metri da Forte, ha atterrato un attaccante rossoazzurro, provocando il secondo rigore della giornata. Dal dischetto, Sarao ha chiuso il match.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 21 marzo 2021 alle 15:43
Autore: Rino Scioscia
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