Altra vergognosa sconfitta interna per i Lupi, che fa il paio con quella rimediata due settimane orsono contro il Sorrento. La squadra di Pazienza è andata incontro ad una bruttissima figura, anche per colpa, diciamolo pure francamente, del suo tecnico, che non ha saputo dare un'identità alla sua compagine, ancora una volta scesa in campo senza un briciolo di idee, e senza neppure determinazione. Una squadra confusa, senza un piano tattico e senza proposte efficaci per potersi giocare la partita con la speranza di riuscire a portarla a casa.
Anche in questo pomeriggio piovoso, i Lupi hanno dovuto chinare il capo dinanzi ad avversari generosi ma certamente non irresistibili. 
Mister Pazienza ha messo in campo, con il suo inutile ed inefficace sistema di gioco, un undici senza la forza penetratrice che deve avere una compagine vincente, specie tra le mura amiche. Al cospetto di un Messina di certo non trascendentale, il tecnico dei Lupi ha giocato con un difensore puro (Cancellotti), utilizzato come quinto a destra, con un centrocampo del tutto evanescente, formato dalla coppia Armellino-De Crisotfaro ed una sola punta di ruolo, Patierno, affiancato da due trequartisti come Sgarbi e D'Ausilio. Con queste premesse, la compagine irpina ha chiaramente palesato grossissime difficoltà nella manovra, esponendosi anche ai veloci contropiede degli uomini di Modica. A seguito di una di queste ripartenze dei Peloritani, al 26', sugli sviluppi di un calcio d'angolo, il difensore messinese Manetta ha infilato la porta di Ghidotti sotto misura, portando in vantaggio i suoi.
Ma, se nel primo tempo l'Avellino ha cercato più di una volta la via del gol, divorandosi anche il gol del pareggio con Sgarbi che si è fatto ipnotizzare dall'ex Fumagalli, nella ripresa i ragazzi di Pazienza non hanno creato soverchi problemi all'attenta difesa giallorossa.
E' stato un Avellino che man mano che passavano i minuti si è fatto sempre più impotente ed incapace di articolare veri e propri tentativi di rete, pur essendo costantemente impegnato nella trequarti avversaria. La squadra biancoverde, ha risentito oltremodo della confusione tecnico-tattica di Pazienza che, attanagliato dalla paura di non riuscire a vincere, non ha saputo dare le giuste linee guida ai suoi calciatori.
E così è calato il pietoso sipario sull'ennesima prestazione umiliante, che ha letteralmente trascinato i sostenitori biancoverdi verso una desolante amarezza, ed uno sconforto assai pesante da sopportare. I tifosi, alla fine del match, hanno manifestato in maniera civile, tutta la propria rabbia all'indirizzo dei calciatori, che sono usciti tutti a capo chino dal prato del Partenio-Lombardi. Il disappunto dei tifosi avellinesi ha trovato rumorosissimo sfogo nei cori contro all'allenatore al termine del match.
A questo punto, con l'Avellino ormai lontano ben dieci punti dalla vetta della classifica, quando mancano 13 giornate alla fine del campionato, ci pare lecito attendersi da parte del presidente D'Agostino parole di chiarezza circa l'immediato futuro di un tecnico, Pazienza, che ci pare avere perso letteralmente la bussola e non sia più n grado di indicare ai suoi calciatori la rotta giusta da seguire.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 11 febbraio 2024 alle 19:35
Autore: Rino Scioscia
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