Con l'incredibile sconfitta interna contro il Foggia di Zeman al secondo turno dei play off, si chiude nel peggiore dei modi la stagione calcistica dei Lupi. Dopo un campionato balordo e fallimentare, è arrivata anche la disfatta al cospetto dell'intraprendente, giovane ed umile squadra dauna.

Purtroppo, la stagione agonistica 2021-2022 sarà ricordata dai tifosi biancoverdi come una delle più negative della pur gloriosa storia dell'Avellino. Una vera e propria fiera degli errori, commessi ad ogni livello, dalla proprietà e dirigenza, passando per l'area tecnica (direttore sportivo e due allenatori) per arrivare ai calciatori.

Tutti insieme hanno formato la "miscela esplosiva" di nefandezze tecniche ed agonistiche. L'Avellino di Di Somma e Braglia prima, e di Gautieri poi, si è arenata miseramente in un campionato dal non eccelso spessore tecnico complessivo. E ciò è successo anche e soprattutto perchè gran parte dei calciatori si sono rivelati degli autentici bluff, se non sul piano tecnico, sicuramente su quello temperamentale e morale.

Francamente, parlare della partita e di ciò che ha restituito il rettangolo di gioco in quest'ultima sfida con il Foggia, ci pare addirittura superfluo, perchè dovremmo narrare di un film già visto tante, troppe volte quest'anno, prima con la presunzione ed il disincanto di un tecnico, Piero Braglia, che ha commesso errori tattici notevoli, specie ad inizio di campionato (che hanno determinato poi un pesante distacco dalla prima in classifica). Ma anche con la pochezza e disarmante inadeguatezza tecnica di un Gautieri, che sostituendo il Maremmano sulla panchina biancoverde, è riuscito nell'impresa di fare addirittura peggio del suo predecessore.

Alla fine cosa può restare nella mente del tifoso, se non la rabbia e la cocente delusione per un sogno che forse, più che svanito, non è mai cominciato. Dopo questo disastro tutt'altro che annunciato, sarebbe appena il caso che l'attuale proprietà della gloriosa società biancoverde (che con la sua incocepibile presunzione, più che inesperienza, ha determinato il disastro sportivo), si facesse un vero e proprio bagno di umiltà e si rivolgesse alla tifoseria, non affidandosi a facili, e per certi versi anche patetici, proclami, ma anticipando decisioni e fatti concreti, che diano la stura ad un cambiamento di rotta, improntato dall'intelligenza, la professionalità, la competenza e lungimiranza di chi dovrà ricostruire un giocattolo mandato in frantumi.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 05 maggio 2022 alle 00:25
Autore: Rino Scioscia
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