"Qui ci metto la faccia sempre e solo io, mi prendo le critiche ma so di avere la coscienza a posto: quando si dà il massimo non c'è da aver paura". C'è anche questo sfogo alla base del defenestramento di Gianluca Grassadonia, la cui avventura alla Paganese si è chiusa ieri dopo l'onta subita a Castellammare e un poker che ha minato - si spera non irrimediabilmente - testa e motivazioni di un gruppo apparso allo sbando. Non sono piaciute evidentemente alla società queste stoccate dal sapore amaro e accusatorio, al di là dei risultati che avevano già manomesso il rapporto di fiducia tra le parti. L'idea di un ribaltone in panchina era infatti passato per la testa di un delusissimo Raffaele Trapani già prima del match di Potenza e quasi in contemporanea con la contestazione dei tifosi nel corso della rifinitura di Mercato S. Severino. Poi il pari del "Viviani" ha solo rimandato questa scelta. E pensare che proprio Trapani si era imposto per ricollocarlo alla guida della Paganese ad inizio settembre: troppo dolci i ricordi di un rapporto filiale, fatto anche di asprezze e contrasti ma sicuramente alimentatore di belle soddisfazioni come la promozione in Prima Divisione del 2012 o l'affascinante cavalcata del 2017 che aveva accompagnato gli azzurrostellati nei play-off di Lega Pro. Cosimo D'Eboli, in realtà, aveva altre idee per il dopo Lello Di Napoli: più defilato Eziolino Capuano, la sua vera opzione era legata a Ciro Ginestra. Ed è questo uno degli elementi che si inserisce plasticamente nella scuderia dei guasti che hanno orientato in senso negativo la stagione della Paganese. L'altro è il feeling mai scoccato tra l'oramai ex responsabile dell'area tecnica e Lello Di Napoli, il quale aveva provato a costruire un faticoso equilibrio interno anche in chiave di completamento del gruppo. Indicazioni non raccolte da D'Eboli per il quale, col ritorno in sella del tecnico di Fuorigrotta, l'interregno a Pagani non poteva che chiudersi con tanti ringraziamenti. Altro punto dolente è stato il mercato estivo, non del tutto condiviso da Di Napoli per quanto accelerato da una serie di motivi oggettivi, che ha portato in dote elementi non utili alla causa, con una carta di identità importante e probabilmente svuotati nei neuroni e nelle gambe. Dopo i primissimi risultati negativi - ma vincolati comunque al tempo esiguo concesso a Di Napoli per lavorare - c'è stata la prima rivoluzione tecnica con la contestuale investitura di Grassadonia. Anche in questo caso, il trainer salernitano aveva fornito alcuni suggerimenti (l'avellinese Kragl su tutti) sul mercato degli svincolati, senza ricevere riscontri positivi. Persino a gennaio, con la spending review imposta dalla società, la scelta di alcuni under non è stata fortunata. Lo stesso Carmine Cretella, autentica perla del roster azzurrostellato, era stato acquisito su indicazione di Di Napoli. Gli alti e bassi (più bassi in verità) che hanno contraddistinto la travagliata stagione della Paganese si leggono nei risvolti di queste contraddizioni lampanti e di tante (troppe) decisioni prese di pancia e in maniera affrettata, con la conseguenza di una costante sensazione di instabilità e di sovrapposizioni di potere. Va da sé che anche Grassadonia, che pure ha le sue responsabilità avendo lasciato un'impronta solo marginale nel processo di levigatura tecnico-tattica del gruppo ed essendosi intestata l'epurazione surreale di Piovaccari, ha scontato questi vuoti strutturali oltre al dimagrimento perenne della rosa a causa degli infortuni. Ora si riparte da zero ma con tanto tempo perso, un ambiente depresso (perché illuso da proclami di grandezza evaporati nell'aria) e il rischio della retrocessione dietro l'angolo. Per Di Napoli sarà una bella scommessa portare di nuovo la Paganese in salvo. Anche perché tatticamente si potrà intervenire ben poco (quasi scontata la riconferma del 3-5-2) e i margini per qualche innovazione sono assai ridotti. Ma entrare nella testa dei giocatori e dar loro nuovi stimoli si può e si deve. Picerno, Turris e due volte Fidelis Andria: la vita o la morte in un solo mese.            

Sezione: Editoriale / Data: Mar 12 aprile 2022 alle 11:30
Autore: Stefano Sica
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