In questo incerto e sicuramente inatteso avvio di stagione per i Lupi, dopo quattro pareggi in altrettanti incontri ufficiali, mancava la sconfitta interna per far ingigantire oltremodo i già notevoli problemi della compagine di mister Braglia.

E, sebbene si tratti di una gara di Coppa Italia di categoria, la sconfitta è arrivata (oseremmo dire) puntuale: l'Avellino è stato superato al Partenio-Lombardi dall'Ancona Matelica, formazione di pari grado, inserita nel girone B della Lega Pro.

Si potrà dire che non era certo la manifestazione tricolore l'obiettivo principale degli uomini di Braglia, ma ci pare innegabile che l'ufficialità di questo impegno avrebbe meritato ben altra prestazione collettiva da parte della compagine cara al Presidente Angelo Antonio D'Agostino. Invece, nel solco di un momento decisamente negativo, Aloi e compagni sono andati incontro ad un'altra brutta figura, rendendo amaro un altro pomeriggio per i tifosi biancoverdi.

Mister Braglia, ineluttabilmente nell'occhio del ciclone, per delle oggettive responsabilità tecnico-tattiche (a cui ci pare difficile possa sottrarsi) ha proposto, in questa circostanza, una formazione "sperimentale", composta da quasi tutti uomini scarsamente impiegati in questo primo scorcio di campionato. Il trainer di Grosseto, preferendo far riposare qualche calciatore, ed in attesa di recuperare i suoi "pezzi pregiati" (Micovschi e Di Gaudio) si è affidato ad un 3-5-2. Ma, al di là del diverso modulo proposto (la qual cosa lascia sicuramente il tempo che trova), gli undici che inizialmente sono andati in campo non hanno di certo saputo guadagnarsi, in termini di prestazione positiva, la fiducia che il loro tecnico aveva riposto in loro.

Colpita a freddo da un'ottima iniziativa dei Marchigiani, che sono riusciti a sfondare dalla destra, pasando in vantaggio con Iannoni, che, al 7', dopo avere superato i lenti ed impacciati difensori biancoverdi, ha bucato con un bel diagonale un immobile Pane, la squadra di Braglia non ha saputo reagire a dovere. Le trame offensive dei Lupi, portate avanti sia dalla corsia di destra, sia lungo l'out mancino, non hanno sortito effetti concreti anche per la scarsa incisività del tandem d'attacco Messina-Plescia. Questa strana coppia di "prime punte" ha mostrato molti limiti tecnici (Messina) e tattici (Plescia), rendendo agevole il compito dei difensori marchigiani. Il primo tempo è scivolato via senza che i taccuini potessero registrare azioni pericolose da parte dei Lupi, con la sola eccezione di un colpo di testa di Plescia che ha trovato il portiere pronto alla deviazione in angolo,ed un tiro da buona posizione ciabattato da Messina, che in quell'occasione ha palesato imbarazzanti limiti tecnici.

Ad inizio ripresa, Braglia ha effettuato ben quattro cambi, ma le carenze in fase di proposta offensiva dei Lupi sono rimaste desolatamente irrisolte. Tanto è vero che nei secondi quaranticinque minuti di gioco il nostro taccuino è rimasto assolutamente vuoto. Al triplice fischio dell'arbitro sono piovute dagli spalti, per fortuna quasi vuoti, improperi e contestazioni all'indirizzo dell'allenatore maremmano.

Dopo quest'ulteriore prova deprimente dei Biancoverdi, emerge in tutta la sua nettezza un problema di guida tecnica, che chiama la dirigenza avellinese ad una risposta chiara ed inequivocabile.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 15 settembre 2021 alle 20:48
Autore: Rino Scioscia
vedi letture
Print