Pino Tagliatela, è stato un grande portiere del Napoli ai tempi del mito Maradona. Successivamente ha indossato anche la maglia dell'Avellino. Attualmente è Direttore Generale dell’Ischia Isolaverde, con la quale sta conseguendo grandi risultati. Campaniasoccer ha avuto l'onore ed il piacere di fare due chiacchiere con Pino.

Ci racconti questa avventura da dirigente nella tua Ischia?

"Sto vivendo una bella esperienza dirigenziale: mi piace molto il lavoro che sto svolgendo.Finora sono stati tre anni straordinari, ma abbiamo ancora tanti progetti importanti, che intendiamo realizzare, tra i quali c'è anche quello di cercare di portare la squadra in Lega Pro nel giro di dieci anni. Sono molto soddisfatto anche del lavoro svolto per il settore giovanile, finalizzato essenzialmente alla crescita e valorizzazione dei ragazzi isolani. Attualmente seguiamo circa 200 giovani, e lo facciamo con grande dedizione, in modo particolare in questo momento di emergenza dovuta alla pandemia. Per noi viene sempre prima la salute, perciò facciamo allenamenti mirati su due strutture: il "Mazzella" e il "Rispoli", dividendo gli orari per cercare di ripartire i ragazzi nella massima sicurezza. A questo proposito, bisogna riconoscere il grande lavoro svolto dal Dott Luciano Curci, e anche la preziosa consulenza del Dott. Alfonso De Nicola, dell'intero staff, senza dimenticare il notevole supporto del massaggiatore Gennaro De Novellis, ex massaggiatore del Napoli".

 E di questo Napoli attuale, cosa dici?

"Il Napoli a me piace, come anche il suo allenatore Gennaro Gattuso, uomo vero e leale. La scorsa stagione agonistica ha preso una squadra allo sbando, portandola a vincere un trofeo importante come la Coppa Italia. Credo però che adesso tocchi ai calciatori dare qualcosa in più. Se fosse possibile, bisognerebbe cercare di entrare nella loro testa per capire il loro momento psicologico. Ad ogni modo, sono tutti grandi professionisti, e secondo me devono sforzarsi di dare qualcosa in più a livello di carattere e grinta, se vogliono fare un percorso vincente con la maglia azzurra. Ho letto e sentito tante critiche dopo la sconfitta con lo Spezia, ma ci sta, nel calcio, che Davide possa battere Golia".

Pino tu hai indossato anche la maglia dell'Avellino e sappiamo che sei rimasto molto legato ai colori biancoverdi.

Cosa ci dici dei lupi di oggi?

"L'Avellino è sempre una squadra tosta. E' vero, sono molto legato ai lupi. E non lo debbo dire io: Avellino è una grande piazza, per questo merita di tornare ad alti livelli. Pensa che da ragazzo seguivo le sorti della gloriosa squadra biancoverde, nei suoi dieci anni consecutivi di serie A. Quegli anni sono stati una favola incredibile. Poi, ho avuto l'onore di indossare quella maglia gloriosa, ed ho potuto conoscere ed apprezzare la grande passione della tifoseria dell'Avellino".

Cosa ricordi e puoi raccontarci del grande Maradona?

"Maradona aveva un talento incredibile che gli avrebbe consentito di giocare in qualsiasi epoca. Io ho avuto la fortuna, dal 1985 al 1988, di allenarmi con il grande portiere azzurro Castellini, nel Napoli di Bianchi, ed ho potuto imparare tantissime cose. Ovviamente, ho avuto anche la fantastica opportunità di seguire, dal vivo, cosa riusciva a fare in allenamento Diego Armando Maradona, il più grande di tutti. Debbo dire che sono emozioni che rimangono dentro, per tutta la vita. Diego era il Calcio! Quando si allenava avevo la possibilità di assistere a delle vere e proprie magie. Con lui non esisteva la parola noia. Diego faceva vedere che con la palla poteva fare davvero ciò che voleva, la metteva sempre dove il suo smisurato talento decideva di metterla. Devo tantissimo a Diego: mi ha fatto crescere come uomo e come calciatore.Tante volte mi viene da sorridere quando leggo che paragonano Maradona a qualche altro calciatore. Una cosa impossibile, perchè Maradona era come la vita: una leggenda che resterà unica per sempre".

Per questa intervista si ringrazia la preziosa collaborazione di Rino Scioscia 

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 15 gennaio 2021 alle 10:31
Autore: Antonio Vistocco
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