Pep Guardiola corona la sua ossessione, Simone Inzaghi si sveglia dal suo sogno sul più bello. Istanbul si conferma terra amara per le squadre italiane: il Manchester City è campione d'Europa. All'Inter l'onore delle armi: finisce 1-0, perché il City è più forte e quando arriva nei pressi dell'area nerazzurra va a velocità tripla, ma anche perché le finali le decidono gli episodi. La rete di Rodri, che consente al club inglese di alzare per la prima volta nella storia la coppa dalle grandi orecchie, è stata questo: uno scarico sghimbescio, un rimpallo, una fiocinata che fredda l'Inter. Che si ferma sulla superiorità del City, e pure sulla strepitosa parata di Ederson, il quale ringrazia Romelu Lukaku per il gol divorato. Non è stata una gara squilibrata, non si è vista tutta la differenza che c'è tra gli stramilionari di Manchester e i milanesi nerazzurri, arrivati qui tra le critiche a tutti e tutto. Però, alla fine, è pesata. E la notte è dolce per il City, amara per l'Inter. Anche se è stato bello sognare, il treno nerazzurro si ferma all'ultimo atto: i tifosi cantano lo stesso.
Le scelte iniziali: Brozovic e Dzeko titolari. Squadra che vince si cambia, ma soltanto perché Mkhitaryan è rientrato troppo a ridosso del big match. Lukaku parte dalla panchina, nel City la sorpresa è l'esclusione di Kyle Walker, dolorante alla schiena.
C'è un po' di partita in questa tensione. Primo tempo ad armi pari: 0-0 all'intervallo. KDB stregato. Si parte col brivido, tempo cinque minuti e lo slalom speciale di Bernardo Silva porta il portoghese al tiro: la palla fa la barba all'incrocio. È un sussulto che inganna, perché l'Inter se la gioca, alla pari o quasi, mettendo in difficoltà gli inglesi nei cambi di gioco e con una pressione che non ha nulla da invidiare alle squadre di Guardiola. Al ventiseiesimo la prima vera grande occasione della partita, Onana dice no a Haaland che incrocia da due passi. Dieci minuti e un'altra possibile svolta: quando De Bruyne va ko, come col Chelsea due anni fa, i nerazzurri allo stadio iniziano a crederci. Dentro Foden al posto del belga: buona notizia si fa per dire, ragionerà Inzaghi, mentre la sua squadra continua a tenere ritmi altissimi e a sprecare gli spiragli che pure si creerebbe. Nessun gol all'intervallo, e la sensazione è che l'Inter possa fare anche meglio.
Rodri non perdona, Lukaku sì. La ripresa inizia senza cambi, con la tensione che monta e le farfalle nello stomaco che battono forte. Appena prima dell'ora di gioco, Inzaghi si gioca la carta più attesa: fuori Dzeko, tra gli applausi, dentro Lukaku. Iniziano gli errori: uno, clamoroso, di Bernardo Silva, apre l'autostrada della gioia a Lautaro. Chiude la porta Ederson, a doppia mandata. Impressiona la velocità del City quando arriva nei pressi dell'area interista: al 68' manda in tilt la difesa di Inzaghi. Uno scarico sporco di Bernardo Silva arriva dalle parti di Rodri, che insacca alle spalle di Onana. Dimarco avrebbe subito l'occasione per pareggiare i conti: la traversa e Lukaku gli dicono di no due volte, anche se l'azione sarebbe stata da revisionare al VAR. Al novantesimo, ancora Big Rom si divora, complice il bel riflesso di Ederson, la rete che avrebbe mandato la serata all'extra-time. Finisce 1-0, City campione d'Europa.
MANCHESTER CITY-INTER 1-0
(68' Rodri)
Ecco di seguito il tabellino della gara:
Manchester City (3-2-4-1): Ederson; Akanji, Dias, Aké; Stones (37' st Walker), Rodri; Bernardo Silva, De Bruyne (36' Foden), Gundogan, Grealish; Haaland. A disp.: Ortega, Carson, Philips, Laporte, Alvarez, Sergio Gomez, Mahrez, Perrone, Palmer, Lewis. All.: Guardiola
Inter (3-5-2): Onana; Darmian (39' st D'Ambrosio), Acerbi, Bastoni (31' st Gosens); Dumfries (31' st Bellanova), Barella, Brozovic, Calhanoglu (39' st Mkhitaryan), Dimarco; Lautaro, Dzeko (57' Lukaku). A disp.: Handanovic, Cordaz, Gagliardini, De Vrij, Correa, Asllani, Skriniar. All.: Inzaghi
Arbitro: Marciniak
Marcatori: 23' st Rodri (M)
Ammoniti: Haaland (M); Barella, Lukaku, Onana (I)
Autore: Antonio Vistocco
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