Nel corso della trasmissione "A nostro parere", in onda su Radio Solofra City, è intervenuto Pietro Maiellaro. Ecco le dichiarazioni dell'ex calciatore dell'Avellino.

Sul cammino dell'Avellino: "Si sperava potesse fare di più, invece alla fine ha fatto un campionato di vertice ma comunque non bello quanto si aspettava la gente. L'Avellino e il Bari sono squadre costruite per salire. I pugliesi sono partiti bene, hanno tenuto e poi sono venuti fuori i valori e hanno dimostrato di essere i più forti, vincendo meritatamente il campionato con un organico forte per la C".

Su Bari-Avellino: "È una partita sentita. Non sarà semplice, il Bari sta preparando la gara nel migliore dei modi. L'Avellino se vuole arrivare il più in alto possibile dovrà provare a vincere, ma il Bari non regalerà niente: domenica ci saranno molti spettarori, sarà una festa domenicale e la gente gli chiederà di fare la gara. Si sono dette anche nelle televisioni parole pesanti, la rivalità non deve sfociare in guerriglia: si parla e si gioca e chi è più forte vince, gli sfottò sono giusti ma ci sono state alcune offese che al Bari non hanno accettato, quindi non sarà una gara semplice. I galletti hanno una rosa importante, quelli che hanno giocato di meno vorranno dimostrare di essere all'altezza. Ci sono motivazioni diverse e gli stimoli potrebbero fare la differenza, però la gente non accetterebbe una squadra dimessa".

Sui play-off: "Sono un terno al lotto. Conta essere in un momento favorevole anche dal punto di vista fisico. L'anno scorso il Bari era arrivato alla fine e poi ha perso la partita più facile. I moduli contano fino a un certo pumto, poi servono le gambe, la fiducia e essere nella condizione giusta al momento opportuno".

Sulla sua esperienza ad Avellino: "Mi sarebbe piaciuto dare di più, però sono riconoscente all'Avellino che mi ha fatto esordire in A e mi ha fatto diventare professionista, avrà sempre credito nel mio cuore. Poi le vicissitudini calcistiche possono andare in un modo o in un altro, in quel momento l'Avellino aveva altri pensieri nei miei confronti e ho cominciato a girovagare".

Sul suo presente: "Faccio il direttore in Promozione nel mio paese, però ho un'agenzia di scouting e vado in giro per il mondo. Presi anche contatti con l'Avellino, poi è saltato tutto con l'addio di Di Somma. Ho scovato un ragazzo del 2007 che giocava in messo alla strada e ora è titolare in Promozione a 15 anni".

Sui talenti italiani: "Per i nostri giovani è difficile giocare: c'è chi si deve salvare, chi deve vincere, e quindi non li schierano. Ma nelle altre nazioni i 18enni li mettono, noi facciamo fatica a farli giocare in D e in Eccellenza, figuriamoci in B e in A. C'è da dire che le scuole calcio non sono state il massimo, ma qualcosa in Italia c'è: serve coraggio e dare fiducia ai giovani, che magari oggi ti danno e domani ti tolgono, però se uno è bravo alla fine le qualità vengono fuori".

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 07 aprile 2022 alle 21:34
Autore: Adelmo Pagliuca
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