Era uno scontro diretto per il ruolo di anti Bari, ma da questo match tra Avellino e Catanzaro è venuto fuori un nulla di fatto, che fa pensare al vecchio adagio: meglio due feriti che un morto.

L'Avellino avrebbe dovuto osare un po' di più per tentare di far sua questa gara, ma mister Braglia ha scelto la strada della prudenza, forse pensando più al proprio futuro (perdere stasera avrebbe significato l'esonero del Maremmano) che ad una vittoria dei Lupi, comunque difficile da ottenere, attesa la falcidia di calciatori importanti tra le fila biancoverdi.

La compagine irpina si è presentata a quest'appuntamento importante senza Plescia, Di Gaudio, Micovschi, Kanoute e Scognamiglio, a cui si è aggiunto anche Luigi Silvestri, vittima di un attacco influenzale. Con tali e tante assenze, francamente, sarebbe stato assai difficile per Braglia pensare di aspirare ai tre punti, senza correre il serio rischio di essere addirittura sconfitto.

E allora, l'allenatore maremmano, che ha già nel suo dna tecnico l'attesa e la prudenza, non ha avuto il coraggio di giocare contro il Catanzaro con le due punte, rifugiandosi in un tranquillo 3-4-2-1, con Mastalli e D'Angelo a supporto di Maniero. unica punta.

La densità in mezzo al campo ha consentito ai ragazzi in maglia biancoverde di reggere adeguatamente il confronto sulla mediana con la compagine calabrese, che, dal canto suo, non ha rinunciato a priori a due attaccanti del calibro di Vazquez e Cianci.

Nella prima frazione di gara è stato l'Avellino a tentare di fare la partita, ma l'occasionissima non tradotta in gol è stata del Catanzaro, che quasi alla mezzora non è riuscito a passare grazie ad un miracoloso salvataggio di Bove proprio mentre la sfera stava per varcare la fatidica linea di porta. La mancanza di una seconda punta là davanti ha penalizzato alquanto gli sforzi offensivi dei Lupi, che si sono dimostrati scarsamente incisivi, facile preda della difesa calabrese.

Nella ripresa, l'Avellino ha alzato con maggiore decisione il proprio baricentro e, man mano che passava il tempo, i Lupi hanno preso coraggio e si sono fatti vedere con insistenza sulla trequarti catanzarese, ma le finalizzazioni sono rimaste latitanti. Comunque i Lupi hanno costruito un paio di situazioni davvero pericolose, con la seconda capitata sul destro di D'Angelo che, da pochi metri, con tutto lo specchio della porta davanti, ha visto il suo piattone stamparsi clamorosamente sulla traversa.

In definitiva, il pareggio è apparso sostanzialmente giusto, ma i tifosi biancoverdi sono usciti dal campo con la netta sensazione che, mai come questa sera, contro un avversario apparso giù di corda, con pizzico di carattere e determinazione poteva anche arrivare la vittoria.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 01 ottobre 2021 alle 00:40
Autore: Rino Scioscia
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