Il primo atto di questa semifinale play off ha visto un Avellino umile e battagliero, che, con un grande cuore, è riuscito a portare a casa un pareggio fondamentale ai fini del passaggio del turno. Non era assolutamente facile giocare sul campo della corazzata Padova e riuscire a lasciare indenne il terreno di gioco dell'Euganeo.

La squadra di Braglia, scesa in campo priva di quattro calciatori (tutti squalificati), è stata rivoluzionata dal tecnico maremmano anche nel sistema di gioco. L'Avellino si è presentato al cospetto del Padova di Chiricò, Ronaldo e compagnia bella, con un reparto difensivo robusto, oltremodo nutrito, con un elemento di rottura in più, Miceli, ed un attaccante in meno.

Il tecnico biancoverde sapeva bene la forza d'urto degli avanti patavini ed ha chiesto ai suoi, almeno inizialmente, una gara di trincea e sofferenza. In pratica, i Lupi si sono rintanati nella propria trequarti, chiudendo varchi e corridoi alle velleità offensive dei biancoscudati,  e formando una terza linea composta anche di sei uomini, perchè gli stessi Rizzo e Tito, ripiegavano spesso e volentieri all'altezza dei quattro difensori.

Il Padova, pur disponendo di uomini di grande classe, Ronaldo e Chiricò, in particolare, in grado di saltare l'uomo e creare una pericolosissima superiorità numerica, non sono mai stati in grado di arrivare in maniera propizia nell'area avellinese. C'è voluto un gol di testa dell'ex Kresic, su calcio d'angolo, complice un errore di posizionamento di Dossena, per sbloccare il match a pochi minuti dalla fine del primo tempo.

L'Avellino ha avuto il grande merito di non disunirsi dopo avere subito, in maniera inopinata, la rete. I ragazzi di Braglia hanno tirato fuori l'orgoglio e tanta lucidità per evitare ulteriori sbandamenti, che sarebbero stati fatali, prima dell'intervallo.

Al ritorno dagli spogliatoi, mister Braglia ha sostituito il difensore Laezza con la punta Fella, nel chiaro intento di recuperare lo svantaggio. La scelta è stata subito premiata, perchè dopo quattro minuti della ripresa, Maniero si è guadagnato un fallo di rigore. Sul dischetto si è presentato lo stesso attaccante napoletano, che si è fatto respingere il tiro dall'ex Dini; ma, per fortuna, la sfera è arrivata sulla testa dell'ex Pescara, che ha ribadito in porta.

Il Padova ha avuto qualche minuto di sbandamento e non è riuscito a reagire con fermezza. E con il passare del tempo, la compagine biancoverde è salita in cattedra, cominciando ad imporre ai Patavini il proprio possesso palla, alternato ad un intelligente e redditizio non possesso, finendo con l'irretire il centrocampo veneto, che non ha saputo più trovare buone idee per preoccupare l'attenta retroguardia avellinese.

I pericoli maggiori per i Lupi sono venuti nei convulsi minuti finali, soprattutto nel recupero, nel corso del quale con quattro calci d'angolo consecutivi, il Padova ha cercato disperatamente il gol della vittoria. In due occasioni è salito in cattedra Pane, che ha detto miracolosamente di no a Curcio e al solito Kresic.

Il triplice fischio dell'arbitro Cosso di Reggio Calabria ha decretato il meritato pareggio dei Lupi, che ci pare davvero un ottimo viatico per la gara di ritorno, in programma mercoledi 9 giugno al Partenio-Lombardi. E questa volta potranno esserci anche i tifosi biancoverdi. Soltanto in mille, ma siamo certi che si faranno sentire.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 06 giugno 2021 alle 23:40
Autore: Rino Scioscia
vedi letture
Print