"Anche a Pagani sto dimostrando di poter fare bene. Ho disputato tutte le partite in tante posizioni e spero di dare sempre il massimo per tutte le squadre che vorranno puntare su di me. Mi sono rimesso in gioco a Taranto facendo vedere il mio valore e dando dimostrazione che aveva ragione Pià quando diceva che potevo dare ancora tanto". Intervistato da Radio Kiss Kiss Napoli, il centrocampista della Paganese Fernando Tissone si sofferma anche sul match di domani sera tra il Napoli e la sua ex Atalanta, partendo da un retroscena. "Sarei potuto andare a Napoli quando ero ad Udine, poi non se ne fece più nulla - le sue parole -. Per me sarebbe stato bello anche perché noi argentini abbiamo sempre apprezzato il Napoli di Maradona o, successivamente, di Lavezzi. Giocare in questo stadio, e per quei tifosi, sarebbe stato fantastico. Spalletti? Luciano è un allenatore speciale per me. Mi ha dato la possibilità di esordire in serie A ed è una persona che porto sempre nel cuore. È un tecnico fortissimo e già all'epoca si capiva che avrebbe fatto strada. Lui lavorava molto sui giovani in quel periodo e io ho solo approfittato dei suoi consigli. Ha un carattere forte che gli consente di adattarsi a qualsiasi situazione, per questo fa bene ovunque va. A Udine arrivava al lavoro di mattina e andava via la sera tardi. Quando l'allenamento finiva, mentre gli altri andavano via lui prendeva in disparte i più giovani come me, Muntari o altri, e facevamo esercitazioni tattiche. Sono test che magari fanno altri dello staff o il tecnico della Primavera, Spalletti invece diceva che voleva vedere i nostri miglioramenti da vicino. Al San Paolo ho giocato con le maglie di Udinese, Atalanta e Sampdoria. Entrare in questo stadio era sempre emozionante perché ogni volta pensavo che qui ci aveva giocato il più grande di sempre. Vedevo le videocassette prima delle partite. Iniziava la gara e dopo pochi secondi dovevo mettere da parte ogni pensiero per fare il calciatore vero. Di negativo c'è che a Napoli non ho mai vinto, invece è capitato che lo battessi quando giocavo in casa. Maradona? C'è una differenza tra i napoletani e gli argentini: i primi amano Diego incondizionatamente, invece tra gli argentini ci sono molti che lo giudicano gratuitamente senza conoscere tante situazioni. Io a Napoli sono stato varie volte negli ultimi tempi e ho constatato con mano che verso gli argentini c'è un calore particolare che non si riscontra da altre parti. Questo ci rende orgogliosi. A casa ho le maglie di Lavezzi e del Pampa Sosa. Uno scudetto al Napoli? Mi farebbe molto piacere. Sono tanti anni che ci provano e non ci riescono. Il Napoli però sta lavorando nella maniera giusta e lo meriterebbe. Io mi auguro che questo scudetto diventi realtà perché quando si lavora in questo modo è giusto che i risultati arrivino". 

Sezione: Serie C / Data: Ven 03 dicembre 2021 alle 23:00
Autore: Stefano Sica
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