"Ci sono delle novità diciamo dell’ultim’ora. Nella giornata di giovedì, la società presieduta dal presidente Cellino ha presentato un nuovo ricorso al Tribunale Federale Nazionale con il quale impugna il visto di esecutività. Evidentemente, si sono resi conto dell’errore commesso, peraltro smascherato ed evidenziato dalla sentenza, ed hanno ripresentato allo stesso Tribunale una nuova istanza evidenziando l’impugnazione del visto, cosa che non aveva fatto invece in precedenza. La battaglia legale è ancora lunga, siamo nel vivo. Con molta onestà non saprei dire con certezza quanto potrebbe durare. Va detto che il Brescia, qualora dovesse essere rigettato questo secondo ricorso, potrà ricorrere alla Corte di Giustizia Federale”.

Sul caso Pandolfi è intervenuto ai microfoni di Metropolis Edoardo Chiacchio, legale della Turris che ha seguito la battaglia a colpi di carte bollate col Brescia.

"Il Brescia ha fondato il ricorso di annullamento del contratto di Pandolfi basandosi sulla malafede della Turris e del calciatore, i quali, pur coscienti e consapevoli dell’infortunio subito dal ragazzo, avevano celato questa circostanza alla società lombarda. Oltre al concetto giuridico di malafede, si è parlato anche di dolo. Abbiamo confutato tutte le tesi del ricorrente. A nostro avviso, è stato poi dimostrato nella fattispecie, non erano ravvisabili i concetti di malafede e di dolo. La parte pregnante di tutto è stata la mancanza di impugnazione del visto di esecutività rilasciato dalla Lega di Serie B per il trasferimento di Pandolfi. Ho citato personalmente questo argomento nel dibattimento e la motivazione del Tribunale Federale Nazionale ha accolto in pieno l’eccezione da me formulata circa la mancata impugnazione del visto di esecutività. È stato questo l’argomento decisivo che ha portato al rigetto del ricorso presentato dal Brescia”.

Sezione: Serie C / Data: Lun 08 marzo 2021 alle 15:45
Autore: Stefano Sica
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