Una vittoria per Gaetano. Il gigante buono. La Frattese sbanca San Giorgio e onora la memoria di un suo tifoso storico, appassionato e militante. Lutto al braccio durante la sfida coi granata e maglia commemorativa che la società - tramite il presidente del Club Nerostellato Orazio Vitale - consegnerà personalmente nelle mani della famiglia, a partire dalla consorte Luisa. "Ci mancherai, Gaetano": la scritta apposta sulla casacca nerostellata di color bianco, la stessa con cui la squadra di Ambrosino ha espugnato il "Paudice". La Frattese non dimentica nessuno dei suoi figli, come si conviene nelle migliori famiglie. Ed è giusto così: l'eredità più vivida lasciata da Gaetano Arrichiello sta nell'enorme mole di affetto e di riconoscenza che ancora adesso tanti amici e appassionati della Stella gli tributano senza soluzione di continuità. La comunità nerostellata ha perso negli ultimi mesi tanti tifosi: tra loro Gaetano si è meritato quest'infinito abbraccio virtuale per via di una dolcezza caratteriale e di un rispetto nel rapporto con gli altri incommensurabili. Un animo gentile. E un lottatore che, anche quando le condizioni di salute avrebbero consigliato maggiore prudenza e serenità, non mancava di essere lì dove il suo cuore ostinato lo portava: sulle tribune dello Ianniello. Potenza di una fede smisurata. 

Sul campo, i nerostellati non fanno prigionieri. E se ci mettono più tempo del dovuto per sbloccare la pratica, è perché il San Giorgio è squadra coriacea, fisicamente a posto, che raddoppia e triplica sui portatori di palla avversari come se non ci fosse un domani. E talvolta lo fa pure con modi sbrigativi, anche se in un perimetro accettabile che, tuttavia, infastidisce non poco capitan Costanzo, che qualcosa all'arbitro, molto garbatamente, lo fa notare. Ma si va avanti. Nonostante tutto, la Frattese crea 2-3 chance limpide, mentre i granata faticano sempre a risalire, non tirano mai in porta e uno dei suoi elementi più ingegnosi, Minicone (ex di turno come Salineri, Muro, Gervasio Costanzo e Pappacoda), è costretto a ripiegarsi per fortificare la fase di non possesso. In questo scontro a volte rude, spicca la classe di Mimmo De Marco, che recupera palloni a iosa e ispira anche il break fulmineo che porta Esposito alla conclusione a colpo sicuro che per poco non regala il vantaggio ai nerostellati. Forse un eccesso di sicurezza tradisce l'attaccante al momento della stoccata. La posizione di De Marco, come interno sinistro, è una delle intuizioni di Ambrosino, le cui scelte tattiche certificano l'utilità della convivenza tra il biondo centrocampista ex Puteolana e Claudio Costanzo. Celiento a sinistra e Di Paola a destra si dannano per trovare traversoni e superiorità numerica, ma il San Giorgio è concentrato, rabbioso, chiude tutto e ogni tentativo di sfondamento è vano.

Durante l'intervallo, Ambrosino chiede ritmi più alti ai suoi. I quali, in verità, sono reduci da un primo tempo abbastanza dispendioso ma evidentemente non basta. E questo il tecnico nerostellato lo sa bene. Anche il Ds Cavaliere dalla tribuna invita ad elevare l'intensità collettiva. Anche perché la sensazione generale è che il San Giorgio non possa durare altri 45 minuti così. Più distante, c'è l'entourage nerostellato al completo, con in testa patron Adamo Guarino e il figlio Raffaele, oltre a Nardiello, De Mare e altri collaboratori. Tutti rigorosamente con mascherina e rispettosi del distanziamento fisico. I loro volti, tuttavia, non trasmettono ansia: ognuno di loro è portatore sano di ottimismo. Che alla fine si rivela giustificato perché la forza della Frattese è quella di mantenere nervi saldi e testa fredda, come si addice ai potenti. Le prove del vantaggio arrivano con una inzuccata di Esposito che lambisce la traversa su corner di Di Paola, il quale disegna alla perfezione il mini traversone per Celiento che, sul lato opposto, fa centro con un bel diagonale. Da notare, nella circostanza, l'istinto di Fibiano, autore della verticalizzazione per Di Paola, e il movimento di Esposito, che "trascina" con sè Greco non consentendogli di chiudere adeguatamente sul Marziano, che poi va ad alzare la maglietta dedicata a Gaetano come un cimelio. Sorprende sempre di più il centrocampista 2001 scuola Turris, per personalità, fisicità e intelligenza tattica. Un suo ruolo stabile nella Frattese se lo è ormai ritagliato e sarà difficile strapparglielo. Da quel momento, la gara è tutta in discesa. I nerostellati la controllano senza patemi, anche se Tommasini lotta come un leone e deve fare gli straordinari per il riacutizzarsi di un problemino muscolare avuto in settimana. Il centrale a quel punto chiede man forte a Marseglia, che rinuncia a qualche sortita offensiva in più per supportare meglio il compagno. Ecco che i ragazzi di Ambrosino non rischiano nulla, come del resto niente avevano patito per tutto il resto della gara. Per il giovanissimo Romano, è una mattinata di vacanza, impreziosita da un sole generoso. Palumbo dà il cambio ad Esposito e timbra subito il cartellino con un sinistro micidiale che non lascia scampo a Salineri, a chiudere un servizio orizzontale di Di Paola. Anche quando non segna, l'ex Gladiator sa sempre cosa fare coi piedi e che tipo di assist incartare per i compagni. Anche Esposito resta a bocca asciutta dopo tre gare di fila nelle quali ha lasciato il segno: ci sta che riposi un po' anche lui, che comunque con Celiento e Fibiano resta il top scorer nerostellato con tre reti tra campionato e Coppa. Il "3" potrebbe essere davvero il numero perfetto se il napoletano Palma concedesse un rigore solare alla Frattese per uno sgambetto di Greco a Celiento. La decisione dell'arbitro è sembrata avesse il sapore della pietà, di una volontà di non infierire sul San Giorgio. Va bene lo stesso, il match è ormai in cassaforte, anche se il sorriso ironico del Marziano, condiviso con la dirigenza nerostellata in tribuna, è tutto un programma. E pensare che, qualche minuto prima, il secondo assistente aveva sbandierato un fuorigioco dopo una rimessa laterale...

E Ambrosino? E' ancora in panchina a scaldarsi come nulla fosse. Proprio come sette giorni prima col Barano. Nessuna novità. Si chiude ed è tutto un festeggiamento armonioso e partecipato. Per la vittoria? Certamente. Ma soprattutto per Gaetano. Quei volti intrisi di felicità a fine partita, c'è da giurarci, erano tutti per lui. Per l'indimenticabile gigante buono. E che la terra gli sia lieve.   

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 20 ottobre 2020 alle 21:30
Autore: Stefano Sica
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