Caro Amico, 

riordino le idee dopo ore di sconforto e incredulità. Ti cerco e non ti trovo. Lo faccio per renderti giustizia di tutto quello che avrei voluto dirti e che ho taciuto, nella timidezza di quei silenzi a cui troppo spesso ci condanniamo senza una ragione. Per un inutile pudore, per superficialità. La tua straordinarietà viveva nel candore di un'anima particolare ed esclusiva, in un sorriso puro, estraneo a ogni calcolo o retropensiero, nella professionalità di chi non conosceva l'arroganza di un rifiuto o la vanità di una distanza umana. Noi lo sappiamo e nessuno ci esproprierà di questa ricchezza. Abbiamo vissuto bei giorni insieme. Quella lunga telefonata quando la tua Paganese ebbe la certezza della riammissione. Gioia e ironia. E il tuo rammarico per non poter accettare i miei inviti al San Paolo. Il Napoli era la tua seconda passione, ma c'era qualcosa di più importante che ti assorbiva, ti identificava, ti trascinava là dove la tua presenza era naturale e necessaria: quella benedetta Stella a cui hai dedicato buona parte della tua vita. E la tua vita non è trascorsa invano.      

Ciccio, ora i ricordi fanno male. Saprai capirmi. Sono come una lama nel cuore, un vento molesto da cui si vorrebbe trovare riparo al piu presto. Ci vorrà il giusto tempo per tornare ad assaporarli con dolcezza. Persino sorridendo per essermi nutrito ad una condivisione affettiva che conosciamo solo io e te. Questo tempo adesso è un orizzonte indefinito, che non vedo. Oggi ti perdo ed è l'ennesimo capitolo di una vita troppo ingiusta per essere compresa, che può regalarti lo slancio di un legame prezioso e inimitabile, ma anche lasciarti vuoti immensi, e recluderti in un labirinto di perché. E' una vita che ti ha punito ingiustamente ma che, stai certo, non oserà mai menomare il dono della memoria, e di una tenera nostalgia, in chi oggi ti piange e non si rassegna.

Vola alto, Ciccio...  

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 03 giugno 2020 alle 13:00
Autore: Stefano Sica
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