Non è stato un Napoli scintillante, anzi, a tratti lo si è visto scarico e soporifero ma è comunque riuscito a ritornare ai tre punti dopo due pareggi consecutivi. Ci si stava avviando ad un 1-1, anche giusto, poi al 95’ il tanto discusso Politano, fino a quel momento impalpabile, ha estratto dal cilindro il coniglio della vittoria con una prodezza che ha fulminato Musso. Un gol da cineteca per l’ex Inter, un gol che è valso una vittoria importante non per la classifica ma perché vincere aiuta a vincere. Si sa che ormai gli azzurri sono proiettati all’8 agosto, alla sfida del Camp Nou contro il Barcellona, ma bisogna onorare questo rush finale di campionato, anche per arrivare al meglio alla sfida in terra catalana. Per provare a tirare uno sgambetto a Messi e compagni, bisogna giocare con un alto tasso di agonismo in queste ultime quattro gare, se diventano degli allenamenti allora si rischia di perdere il ritmo partita. Gattuso è consapevole di questo aspetto e perciò saprà tenere alto il livello di guardia per evitare cali di tensione che possono preludere anche a brutte figure. 

Al di là delle ultime due partite poco convincenti, il Napoli si è presentato tirato a lucido dopo il lockdown, mettendo in bacheca la Coppa Italia e, su otto partite di campionato, ne ha vinte cinque, pareggiate due arrendendosi solo con l’Atalanta, una squadra, quella orobica, che attualmente è una macchina da guerra. C’è ancora tanto da migliorare, sia sotto l’aspetto difensivo (troppi gol presi) che su quello offensivo, si concretizza pochissimo rispetto alla produzione di occasioni. Contro l’Udinese, però, è mancata anche la produzione, un po’ per demerito del Napoli ma soprattutto per merito della compagine friulana che tatticamente ha interpretato benissimo la partita. Tanta densità nella propria metà campo da parte degli uomini di Gozzi, linee molto strette e nessun varco per gli azzurri, che si limitavano a far girare il pallone in modo lezioso e senza incisività. L’Udinese, soprattutto nel secondo tempo, non solo ha concesso pochissimo al Napoli (resosi pericoloso solo con la traversa di Zielinski), ma ha sfiorato per due volte il vantaggio, prima con Lasagna, su cui è stato fenomenale Ospina, e poi con uno scavetto di De Paul, per un soffio Koulibaly ha evitato l’autogol. 

Legittima una menzione sul talento argentino in forza all’Udinese, nella prima frazione gli è bastata una azione per colpire con la freddezza di chi ha costantemente il piede caldo, da tempo è nei radar delle big, ormai i tempi sono maturi per il grande salto. Chissà, proprio il Napoli potrebbe farci un pensierino per sostituire Callejon, anche perché il solo Politano non basta, uno come De Paul potrebbe essere un ottimo colpo. È durato poco il vantaggio bianconero, esattamente nove minuti, poi ci ha pensato Milik, subentrato da pochissimi secondi, a riportare il risultato in parità. Si può dire che Gattuso abbia individuato i cambi (anche se la sostituzione di Mertens con il polacco è stata forzata per il colpo subito dal belga), sono andati in gol sia Milik che Politano, entrambi partiti dalla panchina, ma l’ex Ajax si è limitato sol al gol. Per tutto il resto, prestazione da dimenticare, tantissimi gli errori, molti dei quali elementari, tipici di chi ha la testa altrove. A questo punto, pare inevitabile che, a fine stagione, si consumerà il divorzio, bisognerà solo vedere quale sarà la sua prossima destinazione e se la Juventus sia davvero intenzionata a portarlo all’ombra della Mole. 

Il club partenopeo si sta già muovendo alla ricerca di un centravanti, l’affare Osimhen rischia di diventare una telenovela, con il nuovo agente del nigeriano che, da quanto filtra, lo sta scoraggiando circa l’ipotesi Napoli. Per evitare di impantanarsi, non ce lo si può permettere, è giusto virare verso altri profili, magari con le idee più chiare e possibilmente qualche certezza in più, perché chi coltiva grandi ambizioni non può scommettere su chi dovrebbe garantire un certo numero di gol. Quelli che sono mancati quest’anno, si è sentita oltremodo la mancanza di un centravanti d’area di rigore, diverso da uno come Mertens, per capirci, il belga resta “tanta roba” (per dirla alla Gattuso), però c’è bisogno di uno che abbia il fiuto e l’istinto del killer negli ultimi metri. L’acquisto di Petagna è ufficiale da tempo, sicuramente uno come lui potrà giocarsi le sue carte per dimostrare il suo valore e non è detto che debba per forza rientrare in qualche operazione di mercato per arrivare ad altri tasselli. Non ci si potrà fermare all’attaccante triestino, ma è giusto dargli una chance.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 20 luglio 2020 alle 14:35
Autore: Maurizio Longhi
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