C’è un giocatore campano che indossa la maglia della Nazionale italiana del quale si è parlato molto negli scorsi giorni. Di chi parliamo? Veramente qualcuno non l’ha ancora indovinato? Chiaro il riferimento a Ciro Immobile di Torre Annunziata, che ha fatto sfracelli con la maglia della Lazio, l’ultima stagione gli è valsa la Scarpa d’oro con fior di campioni del calcio europeo a guardargli le spalle. La sua esclusione dall’undici titolare nella gara contro la Bosnia ha fatto molto discutere, anche perché la squadra di Mancini non è che abbia fornito una prova scintillante nello scialbo pari contro Dzeko e company. Possibile che un bomber capace di realizzare 36 gol in campionato, raggiungendo il record di Higuain che pareva inarrivabile, venga tenuto fuori? Era l’interrogativo più ricorrente, come se fosse stata una ingiustizia preferirgli Belotti al centro del tridente con Insigne e Chiesa ai lati. 

Non convince la considerazione secondo cui il centravanti oplontino sia penalizzato per una questione di modulo dal momento che la Lazio ne adotta uno diverso, a Pescara, ai tempi di Zeman, era proprio un tridente favoloso quello che vedeva sia Immobile che Insigne, insieme a Sansovini, provocare sconquassi nelle difese avversarie. Quella di Mancini è stata una scelta, legittima, è lui il Commissario Tecnico e a lui spettano le valutazioni e le decisioni su chi mandare in campo, poi gli opinionisti sono liberi di fare analisi e commenti. Non si ha la controprova che con Immobile in campo dal primo minuto l’Italia avrebbe messo a ferro e fuoco la Bosnia, naturalmente non può non fare notizia la scelta di mandare in panchina il capocannoniere, nonché recordman, del campionato italiano. 

Mancini era consapevole di esporsi a queste critiche, che non devono essere portate al parossismo (sarebbe fuori luogo e controproducente in questo momento), più che di critiche è il caso di parlare di perplessità. È molto probabile che Immobile giochi dal primo minuto contro l’Olanda, una partita sulla carta più impegnativa, ora sul bomber torrese si è creata inevitabilmente una pressione. E se non dovesse fornire una prestazione convincente? Se non dovesse essere quello che si trasforma in un cannibale quando indossa la maglia della Lazio? Sicuramente si inizierà a dire che c’è una discrasia tra l’Immobile di Formello e quello di Coverciano e che si esalta solo quando c’è una squadra che gioca per lui. 

Queste sono le conseguenze di quando si toccano numeri stratosferici con il proprio club di appartenenza, il livello di aspettativa cresce ed è sufficiente una anomalia, come può essere interpretata quella di non partire titolare alla prima gara, per creare un caso. La stagione di Immobile è stata da favola, un campano che eguaglia il record di gol in serie A nella sua terra, come una congiunzione astrale, un disegno predeterminato da un romantico destino. Il match contro l’Olanda sarà una occasione importante per Immobile di dimostrare quanto i suoi gol possano pesare anche per l’Italia che, al di là della Nations League (che va rispettata come tutte le competizioni), punterà ad un Europeo da protagonista. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 06 settembre 2020 alle 20:37
Autore: Maurizio Longhi
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