Il nuovo che avanza. Hanno segnato i “vecchi”, Mertens e Insigne, ma a sparigliare le carte in tavola ci ha pensato lui, proprio lui, il più atteso, quell’Osimhen entrato nel secondo tempo come una forza della natura. Dopo due minuti dal suo ingresso in campo, Mertens ha battuto Sepe portando gli azzurri in vantaggio e lì è cambiata la partita, la reazione del Parma è stata flebile e il Napoli ha anche raddoppiato con il capitano Insigne. Per un’ora è stata una partita inguardabile, a dir poco soporifera, di una noia irritante, ci si aspettava maggiore iniziativa da un Napoli che si limitava a fare un possesso palla esasperato ma poco incisivo, senza mai verticalizzare. Sembrava la fotocopia di un Napoli visto troppe volte l’anno scorso e del quale si sperava di non rivedere alcuna traccia, invece ne era la trasposizione fedele, solo Lozano, schierato alla destra del tridente con Mertens centrale e Insigne largo a sinistra, provava a metterci un po’ di verve. Solo che il messicano predicava nel deserto, Mertens era avulso dal gioco, Insigne non accelerava, impalpabili anche Zielinski e Fabian Ruiz, due che con i loro piedi potrebbero accendere la luce. 

Il modulo era quello consueto, il 4-3-3, occorreva una scossa perché quello spettacolo meritava fischi assordanti. Poi, al 62’, Gattuso ha osato inserendo Osimhen e togliendo un centrocampista come Demme e, con il 4-2-3-1, è cambiata la musica. Due minuti ed è arrivato il vantaggio di Mertens, propiziato soprattutto dal movimento del bomber nigeriano che ha riempito l’area sul cross di Lozano proveniente dalla destra. Sempre Osimhen, con un colpo di tacco delizioso, ha aperto una prateria per Insigne, il cui tocco da biliardo si è stampato sul palo a Sepe battuto. La speranza è che finisca la maledizione dei legni, ma la prima giornata non è stata molto incoraggiante in tal senso. La differenza è che stavolta, dopo il clamoroso palo, è arrivato il gol per Insigne che ha sfruttato una ribattuta debole e centrale di Sepe sulla conclusione di Lozano, abile ad approfittare di un disimpegno errato di Iacoponi. Nel finale, gli azzurri si sono un po’ rilassati ma senza mai rischiare molto contro un Parma a cui Liverani deve ancora imprimere la sua idea di gioco. 

Vittoria meritata da parte degli uomini di Gattuso, però non sempre può andare bene quando non si gioca per un’ora, eh sì, perché il Napoli per sessanta minuti è stato latitante prima di cambiare pelle soprattutto grazie all’ingresso di Osimhen. Nonostante il grande investimento effettuato per portarlo all’ombra del Vesuvio, pare che l’acquisto dell’ex Lille sia passato un po’ sottotraccia, mentre al suo debutto ufficiale ha dimostrato di poter fare la differenza solo con la sua presenza anche senza timbrare il cartellino. Era proprio lui il tassello mancante? L’anno scorso l’handicap del Napoli era quello di non riuscire a concretizzare la produzione offensiva, se con Osimhen si è risolto il problema, ma è ancora troppo presto per dirlo, allora le ambizioni possono crescere. Come giustamente ha detto Gattuso, l’obiettivo è quello di ritornare in Champions, al bando i proclami lanciati anche nel recente passato da chi parlava di scudetto per poi lasciare la squadra nella parte destra della classifica con lo spettro della retrocessione ad incombere. 

L’organico è competitivo, anche se monco in alcuni reparti, soprattutto a centrocampo dove è impellente l’innesto di un elemento di rottura, che garantisca muscoli e quantità, un degno sostituto di Allan, per essere più chiari. Dalla sfida del Tardini si ritorna a casa con i tre punti, ciò che contava di più, ma anche con la consapevolezza di avere in organico un grande professionista come Koulibaly che, sebbene in lista di sbarco, ha giocato con un livello di concentrazione altissimo e con segnali incoraggianti da parte di Lozano, molto attivo sulla destra, e di Osimhen, entrato con la voglia di spaccare il mondo. Una vittoria che non deve entusiasmare più di tanto, anche perché il Parma ha dato l’impressione di essere un cantiere aperto, però era importante partire bene soprattutto per l’autostima dopo l’annata travagliata dello scorso anno e che si spera sia stata messa definitivamente alle spalle. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 21 settembre 2020 alle 14:06
Autore: Maurizio Longhi
vedi letture
Print