I Lupi fanno e disfano, vanno sotto e poi rimediano un pari che sa tanto di "premio di consolazione", atteso che non sono riusciti a conquistare una vittoria che poteva starci tutta. La differenza di cifra tecnica tra biancoverdi ed azzurrostellati è emersa netta, ma l'Avellino, che pure ha mostrato di avere un repertorio tecnico decisamente superiore, ha sbagliato tanto per poter pensare di non pagarne le conseguenze.

E così la Paganese, compagine umile e generosa, è riuscita a strappare un punto d'oro ai blasonati irpini. Se fosse stato un match di boxe il confronto sarebbe stato appannaggio dei Lupi, che, tuttavia, hanno peccato di troppa "tenerezza" nei confronti dell'avversario, e non sono riusciti ad affondare i colpi, a sferrare quello del ko.

Anzi, per come si era messa la gara sul finire del primo tempo, con il vantaggio su calcio di rigore realizzato da Diop (concesso dall'arbitro per fallo di L.Silvestri, che è stato anche espulso). è già stato tanto che gli uomini di Braglia siano riusciti a non perdere.

Senza diversi titolari (tra infortunati e squalificati), il tecnico toscano propone tutti e tre gli attaccanti a sua disposizione, con Fella e Santaniello che svariano dietro al bisonte Bernardotto, supportati da due mediani Aloi e D'Angelo e da due esterni, Rizzo e Tito. La Paganese è assai timorosa e mostra di subire soverchiamente la pressione e la forza d'urto del reparto offensivo biancoverde.

Ma è un canovaccio tattico che stenta a determinare le gerarchie tecniche a favore dei Lupi. Anzi, dopo soli dieci minuti, l'azione da gol più clamorosa vede proprio gli azzurrostellati protagonisti: penetrazione travolgente di Diop, che, dalla destra, supera un paio di difensori biancoverdi, si accentra e poi scarica per Guadani che da tre metri tira addosso alla testa di Ciancio, che  salva proprio sulla linea di porta.

Il pericolo scampato scuote i Lupi che prendono a comandare il gioco e a fare la partita. Ma gli avanti avellinesi si mostrano poco reattivi nei pressi dell'area di rigore paganese e diverse potenziali azioni da gol non solo non vengono finalizzate, ma talvolta non si trasformano neppure in conclusioni efficaci.

Il primo tempo sembra scivolare via con l'idea che i Lupi non riescano ad esprimere appieno il proprio bagaglio tecnico superiore. Ma prima che il direttore di gara fischi due volte, decretando il rientro negli spogliatoi, all'inconcludenza offensiva dei suoi compagni, Luigi Silvestri aggiunge il suo gesto folle, che indirizza la partita nel segno opposto a quello voluto dai Lupi: su azione d'angolo della Paganese, il difensore palermitano, lontano dalla palla, sferra un colpo a Sirignano (ex di turno). L'arbitro vede tutto, espelle l'ex difensore del Potenza ed assegna il penalty ai padroni di casa. E cosi, con il rigore trasformato da Diop, la Paganese va all'intervallo addirittura sopra di una rete, e con un uomo in più.

La ripresa, però, restituisce una squadra biancoverde decisamente più carica e motivata, che, pur ridotta in dieci, riesce a disporre in maniera ancor più netta ed efficace degli avversari, prendendo a presidiare la trequarti azzurrostellata senza soluzione di continuità. Fioccano le palle in area paganese deteminando enorme apprensione negli uomini di Erra. Nell'ennesima azione in area avversaria, Bernardotto (giocatore di una generosità addirittura commovente) viene atterrato da un difensore, con l'arbitro che, a due passi, non può non decretare il rigore.

Sembra la volta buona per il gol biancoverde, ma Santaniello mette incredibilmente a lato il tiro dagli undici metri. I Lupi non si smontano mentalmente per l'ennesimo errore, e continuano ad attaccare a testa bassa. Il gol del pareggio è nell'aria ed arriva poco più della metà della ripresa: percussione sulla sinistra di Tito, che viene atterrato a pochi centimetri dall'area di rigore avversaria. La punizione che ne deriva viene battuta con un tiro forte e teso da parte di Aloi, la sfera viene leggermente spizzata da un difensore in barriera, scavalca il portiere e finisce in rete.

Il gol del pari ridà nuovo vigore e vis pugnandi ai ragazzi di Braglia, che riprendono a spingere alla ricerca del bottino pieno. Negli ultimi venti minuti si gioca ad una porta sola, ma Bernardotto, stremato da un lavoro immane, sbaglia un altro paio di occasioni importanti per una vittoria dei Lupi che sarebbe stato il premio giusto ad una prova davvero generosa.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 11 novembre 2020 alle 23:13
Autore: Rino Scioscia
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