L’inizio di campionato farebbe pensare ad un Sorrento con i galloni della corazzata, quattro vittorie e un pari nelle prime cinque giornate, ma va predicata cautela. La squadra rossonera non è partita per vincere il campionato sebbene lo scorso anno sia arrivata sul podio della classifica non potendo più cullare grandi sogni per la sospensione anticipata causa covid. Quest’anno molte cose sono cambiate, a partire dall’allenatore con Fusco subentrato a Maiuri, qualche riconferma importante c’è stata, si pensi a Cacace in difesa, La Monica a centrocampo, Alfonso Gargiulo in attacco, poi sono arrivati tanti volti nuovi che subito si sono resi protagonisti.

A Taranto ci aveva pensato Liccardi con una prodezza, mentre contro il Molfetta ha risolto tutto Cunzi dal dischetto con grande freddezza. Il biondo Evan, per quanto fosse stato preziosissimo anche allo “Iacovone” guadagnandosi la punizione che ha portato al gol di Cacace per poi ispirare Liccardi con una giocata illuminante, i suoi timbri vuole apporli al “Campo Italia”, nello stadio di casa. Aveva colpito contro la Fidelis Andria e si è ripetuto con il Molfetta procacciandosi la massima punizione per poi trasformarla con una esecuzione chirurgica. Per tutta la partita, il Sorrento aveva provato a trovare il guizzo giusto, ci era riuscito addirittura dopo due minuti dall’inizio della gara con un imperioso stacco di testa di Mezavilla ma l’arbitro ha ravvisato una presunta irregolarità.

I pugliesi pensavano più a tenere botta che a prendere iniziativa in attacco, però i costieri hanno voluto così tanto la vittoria che, ad un quarto d’ora dal termine, Cunzi si è messo in proprio facendosi stendere in area per poi afferrare subito il pallone sotto al braccio posizionandolo sul dischetto. Ancora lui ha fatto esplodere il “Campo Italia”, è bastato il suo gol per conquistare tre punti che proiettano il Sorrento in vetta alla classifica, ma quanto è bello vedere tutti dall’alto? Anche se sono altre le squadre costruite per puntare al vertice, la speranza è sempre quella che i rossoneri ci prendano gusto nello stare lì sopra, anche perché vi si trovano con merito. Contro il Molfetta, per esempio, è stata la vittoria della caparbietà con la squadra che ha provato a scardinare il fortino avversario riuscendoci nella parte finale del match, invece a Taranto è stato un successo del cinismo, del sacrificio e della sofferenza.

È importantissimo che una squadra abbia la capacità di essere camaleontica, di adattarsi ai vari contesti ottimizzando sempre le proprie risorse e capitalizzando i momenti. E’ un Sorrento dinamico e brillante, nonostante la defezione di mister Fusco costretto a stare a casa in quarantena, la squadra ugualmente ha dato l’assalto all’avversaria fiutando l’occasione giusta per azzannarla. Questi tredici punti hanno creato un clima di grande entusiasmo intorno al Sorrento che ha la propria roccaforte nelle proprie mura (tre su tre) e ora è atteso dall’ennesima trasferta pugliese, ad Altamura, contro una squadra con valori importanti. Ogni gara riserva sempre le sue insidie, ma questo Sorrento ha la fiducia per continuare a veleggiare con il vento in poppa.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 ottobre 2020 alle 12:41
Autore: Maurizio Longhi
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