Non esistono partite facili, dopo la scintillante prestazione contro l’Atalanta, si pensava che il Napoli avrebbe fatto un sol boccone dell’Az Alkmaar presentatasi a Fuorigrotta decimata dalle assenze per covid. Il primo tempo è stato abbastanza spigoloso con gli azzurri padroni del campo ma che peccavano di incisività nella fase di finalizzazione. Si aveva la sensazione che nella ripresa potessero sbloccare la gara da un momento all’altro, invece, a sorpresa l’hanno sbloccata gli olandesi che poi si sono compattati nella propria metà campo facendo tanta densità e chiudendo tutti gli spazi agli uomini di Gattuso. È stata blanda la reazione del Napoli, chi se l’aspettava più vigorosa è rimasto deluso, gli attacchi alla porta avversaria sono stati lenti e farraginosi. Che differenza tra il Napoli che aveva travolto l’Atalanta e quello che ha affrontato l’Az! La verità è che la squadra non era diventata da scudetto contro gli orobici e non si è imbrocchita dopo il passo falso in Europa League. 

Il dato preoccupante è l’involuzione in così pochi giorni, il turn over è stato oculato e non si può neanche dire che abbia intaccato gli equilibri. È stata una serata storta, come ce ne saranno altre nel corso di una stagione, però una squadra intelligente e matura riesce almeno a limitare i danni, a non soccombere e prendersi il pareggio. Molti dicono che lo scorso anno, la goccia che ha fatto traboccare un vaso già fragile sia stata la sconfitta interna contro il Cagliari nel turno infrasettimanale. Una partita dominata in cui il pallone non voleva saperne di entrare, fu da dilettantismo subire il gol di Castro perché da quella serata non ci si riprese più, magari il pareggio avrebbe lasciato un bel po’ di amaro in bocca ma sarebbe servito ad evitare la catastrofe. Sì, perché quella sconfitta fu una catastrofe, si rivelò tale sia al momento che soprattutto nel prosieguo della stagione fino all’esonero di Ancelotti. 

La sconfitta con l’Az Alkmaar può non rivelarsi una catastrofe purché ci si riscatti subito nel derby contro il Benevento, steccare ancora farebbe già dimenticare lo straripante Napoli visto contro l’Atalanta e sarebbe un peccato non aver sfruttato quel clima di entusiasmo. Si spera, inoltre, che questa sconfitta casalinga non comprometta il discorso qualificazione, lo complica sicuramente, ma si è giocata pur sempre la prima giornata, ce ne sono altre cinque nelle quali tutto può essere ribaltato. Del resto, questo Napoli ha tutto per andare a vincere anche in casa della Real Sociedad che sta mantenendo un grande rendimento in Liga ma contro il Rijeka si è imposta solo al fotofinish. Prima della gara in terra spagnola, c’è la trasferta sannita, un derby con meno rivalità rispetto agli altri ma lo stesso molto sentito, anche perché i giallorossi non sono quelli di tre anni, ad onta dei cinque gol incassati contro la Roma, gli uomini di Inzaghi sanno farsi rispettare. 

La delusione della prima sconfitta stagionale è figlia di un atteggiamento totalmente agli antipodi rispetto a quello della partita precedente, pertanto ci si chiede il motivo per cui sia stato così compassato e sottotono, vuoi vedere che gli stessi giocatori inconsciamente pensavano di avere la gara in pugno? Dopo il gol di De Wit, c’era tutto il tempo per rimediare ma sono mancate idee e verticalizzazioni, il possesso palla prolungato ed esasperato si è rivelato sterile con gli olandesi tutti arroccati nella propria trequarti a mo’ di bunker. Il calcio all’italiana non va demonizzato, si può scrivere un elenco su tutte le volte in cui è stato vincente, ci sta di annullare l’avversario e di sfruttare le poche occasioni che vengono concesse, proprio il Napoli di Gattuso è arrivato in finale di Coppa Italia con un atteggiamento prudente e conservativo. La sconfitta di ieri può rivelarsi indolore se non addirittura salutare per il Napoli, la risposta in tal senso la si avrà domenica a Benevento.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 ottobre 2020 alle 15:41
Autore: Maurizio Longhi
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