Era una gara da Champions, contro l’attuale capolista della Liga, serviva il miglior Napoli per espugnarne la roccaforte. Impresa riuscita ma non tanto con il miglior Napoli, bensì con uno intelligente e attento a concedere pochissimo ai baschi della Real Sociedad. Una vittoria che vale oro dopo lo scivolone alla prima giornata contro l’Az Alkmaar, perdere avrebbe quasi compromesso la qualificazione, vincere in casa di una avversaria fortissima, dovendo ora affrontare due volte consecutivamente il non irresistibile Rijeka, ribalta la situazione e rafforza l’autostima. La prossima avversaria degli azzurri in Europa League ha dato del filo da torcere alla Real Sociedad alla prima giornata per poi essere annichilata dall’Az con un poker, segno che il Napoli, giocando con ferocia e umiltà, non dovrebbe avere grossi problemi. Non esistono gare scontate, ogni volta che si scende in campo bisogna prepararsi ad una battaglia sportiva anche quando l’avversaria è incerottata o sulla carta molto più debole, però c’è la possibilità che il Napoli possa arrivare con nove punti in tasca agli ultimi 180’ della fase a gironi, un bottino che sarebbe un peccato non capitalizzare con l’approdo ai sedicesimi.

Ma adesso non sarebbe opportuno pensare alle ultime due partite, semplicemente perché ci sono le prossime due da affrontare con la dovuta determinazione senza farsi condizionare troppo da altri risultati. Il Napoli ha fatto ciò che doveva fare, espugnare l’Anoeta con una prestazione tutta cuore, grinta e solidità. Dopo i primi minuti, gli azzurri hanno sfiorato due volte il vantaggio con una magia di Insigne e con Mario Rui imbeccato splendidamente da Petagna, poi proprio il capitano ha dovuto alzare bandiera bianca per un risentimento muscolare. Gattuso aveva presentato a San Sebastiàn un Napoli diverso per sette/undicesimi da quello di Benevento, la novità più rilevante era Lobotka nell’inedito ruolo di trequartista alle spalle della punta, quello riservato a Mertens. Ma se il belga è effettivamente un sostegno e un ispiratore per il centravanti, lo slovacco aveva come compito principale quello di dar manforte alla mediana formata dalla coppia Demme-Bakayoko.

Con Lozano al posto dell’infortunato Insigne, poco è cambiato tatticamente, il messicano si è sacrificato per tutta la partita anche in fase di contenimento, segno che Gattuso sta lavorando molto per disciplinare El Chucky rendendolo ancora più funzionale al modulo prescelto. Dopo una prima parte di marca partenopea, gli uomini di Alguacil sono venuti fuori facendo prevalere la loro qualità nel fraseggio e la capacità di accelerare a ridosso dell’area azzurra. Per questo il Napoli non poteva permettersi distrazioni, ormai era quello il canovaccio della gara anche nella ripresa prima che Politano caricasse un missile che, complice una deviazione, incenerisse il portiere spagnolo. Napoli in vantaggio e poi tutto a protezione della propria metà campo, David Silva e compagni trovavano pochissimi spazi e, a parte una ghiotta occasione con Portu su cui si è superato Ospina, non è che abbiano creato molte occasioni. I baschi si sono fatti preferire sul piano del possesso palla senza riuscire a finalizzare, azzurri molto attenti in fase difensiva con un Koulibaly sugli scudi, sfiora la perfezione assoluta la prova del gigante senegalese, monumentale in ogni intervento.

A San Sebastiàn ha avuto Maksimovic come compagno di reparto, con il greco Manolas l’intesa cresce di partita in partita, ma con il serbo è stata già trovata da tempo, non è un caso sia stata la diga con cui lo scorso anno il Napoli ha vinto la Coppa Italia. Ogni occasione è buona per certificare la bontà dell’organico a disposizione di un Gattuso ormai calatosi da tempo nella realtà partenopea ma con la quale sembra trovare sempre maggiori affinità. Una menzione particolare la merita l’uomo copertina, l’autore di un gol importantissimo, quel Politano fin troppo criticato l’anno scorso e che ora sta facendo ricredere tutti gli scettici. Gol contro Genoa e Atalanta, uomo assist a Benevento e palo nel finale, altra prodezza in terra basca, cosa chiedergli di più? Magari mantenesse lo stesso rendimento per tutta la stagione, oltre ad essere un valore aggiunto diventerebbe una pedina insostituibile.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 30 ottobre 2020 alle 17:48
Autore: Maurizio Longhi
vedi letture
Print